Il nuovo anno scolastico porta novità per la Carta del docente: importo variabile deciso con decreto e platea ampliata dopo le ultime sentenze.
La Carta del docente resta uno degli strumenti più attesi dagli insegnanti italiani. Nata nel 2015 con un importo fisso di 500 euro per i soli docenti di ruolo, negli anni è stata oggetto di modifiche legislative e decisioni giudiziarie che ne hanno cambiato volto. Oggi la platea si è allargata a tempo determinato e supplenti brevi, dopo le sentenze della Corte di Giustizia europea e della Cassazione. Per l’anno scolastico 2025/26 il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Economia dovranno stabilire con decreto interministeriale la cifra esatta da assegnare, sulla base delle risorse disponibili.
L’evoluzione normativa e il ruolo delle sentenze
Dal 2015 a oggi la Carta del docente ha attraversato una fase complessa. Inizialmente riservata solo ai docenti di ruolo, è stata estesa per effetto della pronuncia della Corte di Giustizia europea del maggio 2022, che ne ha riconosciuto il diritto anche ai precari. Questo ha dato il via a un contenzioso di massa, che ha trovato conferme nella giurisprudenza italiana.

La Cassazione, nell’ottobre 2023, ha sancito che anche i docenti con contratto al 30 giugno devono ricevere il bonus, mentre nel luglio 2025 la cosiddetta sentenza Alfi ha esteso il diritto persino ai supplenti brevi e saltuari, indipendentemente dalla durata del contratto. Non è previsto un importo ridotto: ogni insegnante deve ricevere la somma piena fissata dal decreto.
Le difficoltà sono arrivate nell’attuazione pratica. Nonostante le sentenze siano immediatamente esecutive, il Ministero ha accumulato ritardi, spingendo i giudici amministrativi a richiamare l’amministrazione al rispetto di uno stato di diritto. Alcuni TAR hanno trasmesso segnalazioni alla Corte dei Conti per danno erariale, mentre il Prefetto di Roma, in veste di Commissario ad acta, ha persino minacciato denunce alla Procura per omissione di atti d’ufficio.
La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 121 del luglio 2025, ha chiarito che la mancanza di fondi non può mai giustificare la negazione di un diritto ormai consolidato. Il quadro normativo è dunque netto: tutti i docenti, inclusi i precari, devono ricevere la Carta.
Importo e tempi per l’anno scolastico 2025/26
La legge di bilancio 2025 ha introdotto una novità significativa: l’importo non è più fisso ma viene stabilito anno per anno con decreto interministeriale. Questo significa che il bonus potrà variare in base al numero dei beneficiari e alle risorse disponibili. Per l’anno scolastico 2024/25, ad esempio, fu mantenuta la cifra piena di 500 euro senza attendere il decreto, con un’anticipazione voluta dal Ministero per accelerare i pagamenti.
Ora si attende la pubblicazione del decreto MI-MEF che definirà la somma per il 2025/26. L’orientamento, stando alle prime indiscrezioni, è di confermare una cifra molto vicina a quella storica, per non ridurre ulteriormente il potere d’acquisto degli insegnanti. Nel frattempo i docenti precari che hanno ottenuto sentenze favorevoli stanno avviando azioni di ottemperanza al TAR, sostenute anche dai sindacati, per ottenere l’erogazione effettiva delle somme.
L’accredito avverrà come sempre tramite la piattaforma Carta del docente, accessibile con Spid, Cie o Cns, e potrà essere utilizzato per l’acquisto di libri, corsi di formazione, strumenti informatici e attività di aggiornamento professionale. Non è escluso che, come avvenuto in passato, il Ministero decida di anticipare i fondi anche prima della firma definitiva del decreto.
Il prossimo mese sarà dunque decisivo: da un lato la definizione dell’importo, dall’altro l’esecuzione delle sentenze per i docenti precari. Una partita che riguarda migliaia di insegnanti in tutta Italia, in attesa di un diritto che, sulla carta, è già loro.