Identità digitale: SPID Poste non è più gratis. Dal 2025 scatta il canone: tutti i costi che devi mettere in conto

Identità digitale SPID Poste non è più gratis. Dal 2025 scatta il canone tutti i costi che devi mettere in conto (1)

Luca Antonelli

Ottobre 3, 2025

Con oltre 20 milioni di utenti registrati, il servizio Spid di Poste italiane potrebbe passare a pagamento, mentre il governo punta a rafforzare la diffusione della Carta d’identità elettronica e dell’IT Wallet.

Lo Spid è oggi lo strumento digitale più usato in Italia per accedere ai servizi pubblici e privati. Poste italiane gestisce circa il 70 per cento delle identità attive, pari a oltre 20 milioni di cittadini. Secondo indiscrezioni diffuse a Roma il 1 ottobre 2025, la società starebbe valutando l’introduzione di un canone annuo di circa 5 euro, che trasformerebbe un servizio finora gratuito in una fonte di ricavi stimata in oltre 100 milioni di euro. La notizia arriva in un momento di transizione: lo Stato ha già avviato un piano per favorire l’uso della Cie e dell’IT Wallet, con l’obiettivo di superare la convivenza dei sistemi digitali entro il 2026.

I fondi statali e il peso del nuovo modello

La decisione di rendere a pagamento lo Spid si lega al rapporto complicato tra i gestori privati e lo Stato. Dal 2022 le convenzioni erano scadute e solo nel marzo 2025, dopo due anni di attesa, è stato firmato il decreto per sbloccare i 40 milioni promessi a copertura dei costi operativi. Durante quel vuoto normativo, i provider hanno iniziato a chiedere contributi agli utenti. Aruba, InfoCert e Register hanno già introdotto tariffe che vanno da 4,90 a 9,90 euro l’anno, con Iva inclusa.

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La decisione di rendere a pagamento lo Spid si lega al rapporto complicato tra i gestori privati e lo Stato. – www.sanzioniamministrative.it

Poste italiane, che da sola concentra la maggioranza degli utenti, finora aveva mantenuto il servizio gratuito. Se decidesse di applicare il nuovo canone, cambierebbe radicalmente l’equilibrio del settore. L’impatto sarebbe enorme, perché milioni di cittadini dovrebbero scegliere se restare con Poste o migrare verso altri provider.

Il governo, da parte sua, non ha mai nascosto l’intenzione di ridurre gradualmente il supporto allo Spid. L’orientamento è chiaro: puntare sul modello della Cie elettronica, già adottata da 7,3 milioni di italiani nel maggio 2025, e sull’IT Wallet, che in pochi mesi ha superato i 10 milioni di attivazioni.

Le prospettive tra Spid, Cie e It Wallet

Dal 3 agosto 2026 la carta d’identità cartacea non sarà più valida per i viaggi all’estero. Già oggi oltre 54 milioni di italiani possiedono una Cie, che contiene microchip, foto digitale e impronte, garantendo standard di sicurezza più elevati. Con il progressivo abbandono della carta cartacea, la Cie diventerà di fatto lo strumento principale per l’identità digitale.

Parallelamente cresce l’IT Wallet, il portafoglio digitale che raccoglie documenti personali e certificazioni. L’esecutivo vuole integrarvi anche patente di guida, tessera sanitaria e carta europea della disabilità. L’obiettivo è che entro giugno 2026 almeno il 70 per cento degli italiani utilizzi questo sistema unico, riducendo lo spazio dello Spid.

Nonostante la strategia governativa, il peso di Poste italiane nel settore resta centrale. Se il canone venisse introdotto, milioni di cittadini si troverebbero a dover pagare per mantenere le proprie credenziali, pur sapendo che il sistema potrebbe essere sostituito nel giro di pochi anni. Il nodo politico sarà capire se questa scelta risponde a un’esigenza di sostenibilità economica o se rischia di accelerare la fuga verso i nuovi strumenti.