L’Inps ha comunicato le giornate in cui arriverà l’assegno unico di ottobre: pagamenti fissati al 20 e 21 ottobre per la maggior parte dei nuclei, con slittamenti per chi ha subito variazioni familiari.
L’assegno unico rappresenta oggi uno degli strumenti più rilevanti di sostegno al reddito delle famiglie italiane. Introdotto nel 2022 e consolidato negli anni successivi, garantisce un contributo mensile per ogni figlio a carico, dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, senza limiti di età in caso di disabilità. Per il mese di ottobre 2025, l’Inps ha confermato le finestre di pagamento, differenziando tra nuclei che non hanno subito modifiche e quelli con variazioni nei propri dati.
Le date di pagamento per ottobre
Secondo le comunicazioni ufficiali, i pagamenti dell’assegno unico di ottobre arriveranno nelle giornate del 20 e 21 ottobre per i nuclei familiari che non hanno registrato modifiche rispetto al mese precedente. Si tratta della platea più ampia di beneficiari, che riceveranno l’importo in linea con la consueta cadenza.

Diversa la situazione per chi ha subito variazioni, come la nascita di un nuovo figlio, la modifica del valore Isee o cambiamenti anagrafici. In questi casi, l’accredito sarà posticipato alla fine del mese, con una finestra che si estende all’ultima settimana di ottobre. Una terza categoria riguarda i nuclei che stanno ricevendo per la prima volta la prestazione: per loro, l’importo viene accreditato dall’Inps al termine del mese successivo a quello della presentazione della domanda.
La gestione delle date, già sperimentata nei mesi precedenti, ha l’obiettivo di garantire regolarità per la maggior parte degli utenti, pur tenendo conto delle verifiche necessarie quando emergono variazioni. Gli accrediti avvengono direttamente sui conti correnti indicati al momento della domanda, tramite bonifico bancario o postale.
Come richiedere e mantenere l’assegno
Per ricevere l’assegno unico non è necessario presentare nuove domande ogni anno. L’istanza trasmessa resta valida anche per le annualità successive, salvo che non intervengano cause di decadenza, rinuncia o revoca. Gli utenti sono però obbligati a comunicare ogni variazione che possa influire sul diritto o sull’importo, attraverso il modello predisposto dall’Inps.
Elemento centrale è la presentazione di un Isee aggiornato. L’indicatore serve a determinare l’importo spettante, che varia in base alla situazione economica del nucleo familiare. Senza un Isee valido, l’assegno viene comunque corrisposto, ma nella misura minima prevista dalla normativa.
L’Inps ha chiarito che, per chi non aggiorna i dati, non si verifica l’interruzione del pagamento, ma si applica automaticamente la fascia più bassa. Per questo motivo, in vista del nuovo anno, molti nuclei dovranno provvedere a rinnovare l’attestazione, così da non perdere parte dell’importo.
La misura resta uno dei pilastri delle politiche familiari italiane. I numeri confermano che milioni di famiglie ricevono l’assegno ogni mese, con importi modulati sulla base delle condizioni economiche e del numero dei figli. Ottobre segna quindi un nuovo appuntamento con le scadenze già consolidate: pagamenti regolari per chi non ha variazioni, slittamenti e controlli supplementari per chi aggiorna la propria posizione.