Le nuove etichette semplificano la lettura dei consumi e introducono criteri più rigorosi per frigoriferi, lavatrici e altri apparecchi domestici.
Con l’autunno 2025 è stato introdotto un aggiornamento delle etichette energetiche che accompagneranno tutti i principali elettrodomestici venduti in Italia e negli altri Paesi europei. Si tratta di un cambiamento che mira a rendere più chiara e immediata la comprensione dei consumi, evitando le vecchie classificazioni troppo affollate di “+” che avevano creato confusione tra i consumatori. Le nuove regole rientrano nel quadro della normativa europea e fissano standard più rigidi, pensati per indirizzare l’acquisto verso prodotti realmente più efficienti.
Come funziona la nuova classificazione
Il sistema precedente, introdotto nel 2010, prevedeva una scala che arrivava fino alla classe A+++, creando non poca incertezza negli utenti. Oggi la scala torna lineare, dalla A alla G, senza segni aggiuntivi. La classe A è riservata agli apparecchi con prestazioni energetiche di eccellenza, mentre la G rappresenta i modelli meno efficienti.

Un punto cruciale riguarda l’abbassamento delle soglie: ciò che fino a ieri era classificato A++ potrebbe rientrare ora in una classe C o D. Non è un declassamento tecnico, ma un riallineamento pensato per alzare l’asticella dell’efficienza e spingere l’industria a sviluppare soluzioni più sostenibili. I produttori si trovano quindi a dover adeguare progettazione e tecnologie, mentre i consumatori devono abituarsi a parametri più severi.
Sulle nuove etichette compaiono anche icone e QR code che rimandano a una banca dati europea, utile per consultare schede dettagliate e comparare più modelli. Si tratta di uno strumento pensato per rendere trasparente l’intero ciclo di vita del prodotto, dai consumi annuali al livello di rumorosità. Le famiglie potranno così orientarsi non solo sul prezzo d’acquisto, ma anche sul risparmio a lungo termine.
Impatti su famiglie e mercato
Per i cittadini, il cambiamento significa maggiore chiarezza al momento dell’acquisto, ma anche la necessità di rivedere la percezione delle classi energetiche. Un frigorifero che oggi appare in classe D può in realtà consumare meno rispetto a un vecchio modello A++ di qualche anno fa. Questo passaggio obbliga a informarsi meglio e a leggere con attenzione le tabelle di consumo reale.
Sul piano economico, l’adeguamento delle etichette potrebbe incidere sul prezzo medio degli apparecchi. I produttori che investono in ricerca per ottenere la classe A affrontano costi maggiori, che rischiano di ricadere sui consumatori. D’altra parte, un elettrodomestico efficiente riduce i consumi di energia elettrica, portando risparmi sulla bolletta che, in prospettiva, compensano la spesa iniziale.
Le associazioni dei consumatori sottolineano l’importanza di campagne informative per spiegare ai cittadini le differenze con il vecchio sistema. In assenza di spiegazioni chiare, il rischio è che le famiglie interpretino male i nuovi simboli, rinunciando a prodotti validi.
Per il mercato, l’effetto atteso è uno stimolo a innovare. L’Unione europea punta a ridurre l’impatto ambientale degli elettrodomestici, che da soli rappresentano una quota significativa dei consumi domestici. Le nuove etichette diventeranno quindi uno strumento di concorrenza, dove vincerà chi saprà proporre apparecchi performanti a costi sostenibili.
Le prime settimane di applicazione mostrano già una fase di adattamento: negozi e rivenditori stanno aggiornando espositori e cataloghi, mentre le aziende comunicano ai clienti la nuova posizione in classifica dei loro prodotti. È un passaggio che richiede tempo, ma che definisce un futuro più chiaro e coerente per la gestione dei consumi domestici.