Risparmia sulla casa: IMU con il taglio del 50% Scopri tutti i casi ammessi e i passaggi fondamentali per l’agevolazione

Risparmia sulla casa IMU con il taglio del 50% Scopri tutti i casi ammessi e i passaggi fondamentali per l’agevolazione (1)

Luca Antonelli

Ottobre 8, 2025

Lo sconto del 50% sulla IMU esiste già e si applica in situazioni precise: comodato d’uso tra genitori e figli, immobili inagibili e fabbricati storici. Capire i requisiti evita versamenti “a prezzo pieno” e sanzioni.

Chi possiede una seconda casa spesso paga la IMU intera, eppure la legge riconosce una riduzione del 50% della base imponibile in diverse ipotesi. La misura non è automatica: occorre rispettare condizioni precise, presentare documenti corretti e, in alcuni casi, registrare il contratto. La situazione più diffusa riguarda il comodato d’uso tra genitori e figli che usano l’immobile come abitazione principale. A fianco si collocano gli interventi per case inagibili e per i fabbricati di interesse storico o artistico. I Comuni controllano residenza, titolarità e coerenza dei dati per evitare abusi. Lo sconto agisce sulla base imponibile, riducendo l’imposta da versare senza cancellarla del tutto.

Chi ha diritto allo sconto del 50 per cento

Il primo caso riguarda il comodato d’uso tra genitori e figli. La legge concede la riduzione del 50% della base imponibile se il contratto è registrato nei termini e se l’immobile viene usato dal comodatario come abitazione principale. Restano escluse le categorie catastali A/1, A/8 e A/9. È previsto anche un vincolo territoriale: il comodante deve risiedere e dimorare nello stesso Comune dove si trova la casa data in comodato e, di norma, non possedere altre abitazioni oltre alla propria principale.

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Il contribuente calcola l’imposta partendo dalla rendita catastale rivalutata. – www.sanzioniamministrative.it

La norma si estende al coniuge superstite con figli minori in caso di decesso del comodatario. Questo beneficio non si applica a rapporti tra fratelli, nonni e nipoti o parenti diversi dalla linea retta. Un errore frequente riguarda le abitazioni di lusso: anche se abitate da un figlio, restano escluse dallo sconto.

Operativamente, la riduzione si calcola già in fase di compilazione del modello F24. Se durante l’anno i requisiti vengono meno, l’agevolazione si interrompe dal mese successivo. La mancata registrazione del contratto di comodato entro i termini, o l’assenza dei requisiti sostanziali, porta alla perdita immediata dello sconto. Per questo è importante conservare ricevute e documenti che attestino la regolarità del rapporto.

Altri casi previsti dalla legge e come si applica davvero

Oltre ai comodati, la riduzione del 50% spetta ai fabbricati di interesse storico o artistico vincolati per legge. Qui la base imponibile è dimezzata a prescindere dall’uso dell’immobile. In alcune situazioni, quando si combinano comodato e vincolo storico, la riduzione può arrivare al 75%, con base imponibile effettiva ridotta al 25%. È fondamentale disporre di atti formali e certificazioni aggiornate.

Un altro caso riguarda gli immobili dichiarati inagibili o inabitabili. Lo sconto si applica per il periodo in cui l’abitazione non può essere utilizzata, previa verifica tecnica del Comune o relazione firmata da un professionista abilitato. Non bastano piccoli difetti o mancanze di manutenzione: serve un degrado serio, strutturale o funzionale.

Infine, la normativa tutela i pensionati residenti all’estero. In questo caso, la IMU si paga al 50% su una sola abitazione posseduta in Italia, purché non sia affittata o data in comodato, e la pensione venga erogata in regime di convenzione internazionale con l’Italia. A questa misura si aggiunge una riduzione della TARI fino a due terzi.

In ogni scenario, il contribuente calcola l’imposta partendo dalla rendita catastale rivalutata, applica i moltiplicatori previsti e l’aliquota comunale, poi taglia la base imponibile del 50% quando rientra nei requisiti. Errori di calcolo possono portare a sanzioni e interessi, mentre chi versa più del dovuto può chiedere un rimborso al proprio Comune. È un meccanismo tecnico, ma con documenti chiari e requisiti rispettati diventa gestibile.