Con l’entrata in vigore del Dl 116, l’Italia recepisce le direttive europee sui rifiuti: aumentano i controlli, arrivano sanzioni più severe e obblighi di tracciabilità.
Con il Dl 116 diventa legge un pacchetto di norme che ridisegna la gestione dei rifiuti in Italia. Il provvedimento, che recepisce le direttive dell’Unione europea in materia di economia circolare, introduce un sistema di sanzioni più severe per chi non rispetta le regole sulla raccolta, il conferimento e lo smaltimento. La misura non riguarda soltanto i cittadini, ma anche le imprese e gli enti locali, chiamati a garantire un’organizzazione efficiente dei servizi. L’obiettivo dichiarato dal legislatore è ridurre il conferimento in discarica, aumentare il riciclo effettivo e garantire una maggiore tracciabilità del ciclo dei rifiuti, dalle aziende produttrici fino ai Comuni.
Cosa prevede il Dl 116 e quali sono le nuove sanzioni
Il testo stabilisce nuove regole su raccolta differenziata, tracciamento e responsabilità dei soggetti coinvolti. Per i cittadini sono previste multe più elevate in caso di conferimento scorretto dei rifiuti, con importi che variano a seconda della gravità dell’infrazione e della frequenza delle violazioni. Per le imprese cambiano le regole sulla classificazione: i rifiuti da imballaggio e quelli speciali devono essere registrati con criteri più stringenti e tracciati lungo tutto il percorso di smaltimento.

Gli enti locali che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalle nuove direttive rischiano a loro volta sanzioni e tagli ai trasferimenti. L’aspetto centrale resta la responsabilità condivisa: dal produttore al consumatore, fino al gestore del servizio. I controlli saranno rafforzati grazie all’uso delle banche dati digitali e all’incrocio delle informazioni tra Agenzia delle Entrate, Arpa e forze di polizia ambientale. Il Dl 116 inserisce anche obblighi più stringenti per i produttori di plastica monouso, prevedendo riduzioni progressive fino alla sostituzione con materiali riciclabili.
L’impatto su cittadini e imprese e le prospettive per i Comuni
Le nuove regole modificheranno in modo concreto il rapporto quotidiano con la gestione dei rifiuti. Per i cittadini, la sfida sarà adottare comportamenti più attenti: la mancata separazione dei materiali o il conferimento nei giorni sbagliati potrà portare a sanzioni immediate, già applicate in alcune città pilota. Le imprese dovranno aggiornare i registri ambientali e dotarsi di sistemi di tracciabilità più avanzati, un costo iniziale che, secondo le stime, verrà compensato da un minor rischio di sanzioni e da una gestione più trasparente. I Comuni, invece, sono chiamati a rafforzare i sistemi di raccolta, estendendo la copertura porta a porta e aumentando i centri di conferimento. L’obiettivo fissato è raggiungere entro il 2030 una percentuale di riciclo effettivo superiore al 65%, in linea con gli standard europei. Le prime verifiche scatteranno già dal 2026, con report annuali inviati alla Commissione europea. La legge, spiegano gli esperti, non si limita a introdurre multe ma costruisce un modello che spinge verso un cambiamento strutturale: meno rifiuti in discarica, più economia circolare, maggiore responsabilità ambientale condivisa.