Multa per divieto di sosta? Ecco quando e come fare ricorso

Multa per divieto di sosta: quando fare ricorso

Multa per divieto di sosta: quando fare ricorso | Pixabay @Alexander_Farnsworth - sanzioniamministrative

Redazione

Ottobre 13, 2025

Hai ricevuto una multa per divieto di sosta e vorresti fare ricorso? Ecco i casi in cui conviene farlo e in che modo

Ricevere una multa per divieto di sosta è un evento frequente nelle città italiane, ma non sempre la sanzione è legittima. La corretta esposizione della segnaletica, la tempestività della notifica e la presenza di vizi formali nel verbale sono elementi chiave per valutare quando è possibile e opportuno fare ricorso. Alla luce delle più recenti normative e orientamenti giurisprudenziali, ecco una guida aggiornata per orientarsi tra i casi in cui si può contestare efficacemente una multa.

Multa per divieto di sosta: ecco cosa sapere prima di fare ricorso

Secondo il Codice della Strada, la validità di una multa per divieto di sosta dipende dalla presenza di una segnaletica conforme alle disposizioni del Regolamento di esecuzione, che ne stabilisce dimensioni, modalità di installazione e orari di validità. In ambito urbano, senza indicazioni diverse, il divieto di sosta è valido dalle 8 alle 20, mentre in extraurbano dura tutta la giornata. La segnaletica temporanea, come quella per cantieri o eventi, deve essere posizionata almeno 48 ore prima e in modo stabile e ben visibile, altrimenti la multa rischia l’annullamento.

La notifica della multa deve avvenire entro 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione (con tempi diversi per residenti all’estero). Conta la data di consegna agli uffici postali o di invio tramite PEC. Una notifica tardiva rende il verbale annullabile.

Modalità e tempi per presentare ricorso

Per contestare una multa, si può scegliere tra due vie alternative: il ricorso al Prefetto entro 60 giorni dalla notifica o l’opposizione al Giudice di Pace entro 30 giorni (allungati a 60 per residenti all’estero). Il ricorso al Prefetto è gratuito ma, in caso di rigetto, può comportare una sanzione maggiorata fino al doppio del minimo. Il Giudice di Pace richiede il pagamento di un contributo unificato, garantendo però un contraddittorio completo e un giudizio indipendente.

Un ricorso efficace si basa su prove concrete: fotografie datate della segnaletica, accesso agli atti per ottenere ordinanze o planimetrie, verbali completi e documentazione che dimostri vizi di forma o errori nella notifica. Se non si dispone di tali elementi, spesso è più conveniente pagare la multa con lo sconto del 30% entro cinque giorni dalla notifica.

Novità e casi particolari: stato di necessità e sanzioni aggravate

Recenti sentenze hanno riconosciuto la possibilità di annullare la multa in caso di stato di necessità, quando il veicolo è stato parcheggiato in divieto per motivi urgenti e documentabili. Inoltre, per le sanzioni nelle aree tariffate con strisce blu, è fondamentale che il sistema di pagamento sia effettivamente accessibile; in caso contrario, la multa può essere impugnata.

L’articolo 158 del Codice della Strada stabilisce che il divieto di sosta è vietato anche in punti specifici come curve, dossi, passaggi pedonali e zone riservate a disabili, con multe che possono variare da 41 a 335 euro a seconda della gravità dell’infrazione. In casi particolari, la sanzione può comportare anche la decurtazione di punti dalla patente.

Il ruolo del Prefetto nella gestione dei ricorsi

Il Prefetto, figura istituzionale di rilievo nel sistema amministrativo italiano, rappresenta lo Stato sul territorio e svolge funzioni fondamentali anche nella gestione dei ricorsi contro le multe. L’attuale Prefetto di Venezia, incaricato dal marzo 2023, è Michele di Bari, noto per la sua lunga esperienza in amministrazione pubblica e gestione di crisi. Recentemente nominato Prefetto di Napoli, Di Bari continua a rappresentare un punto di riferimento nelle procedure di autotutela e gestione delle controversie amministrative.

Il ricorso al Prefetto deve essere redatto con chiarezza, indicando il verbale contestato, il vizio riscontrato e le norme di riferimento. Allegare prove documentali e motivare la richiesta di annullamento o archiviazione è indispensabile. In caso di rigetto, il ricorrente può rivolgersi successivamente al Giudice di Pace per un giudizio più approfondito.

Questi aspetti aggiornati sono fondamentali per chiunque voglia difendersi da una multa per divieto di sosta, evitando di pagare sanzioni ingiuste e tutelando i propri diritti secondo le normative vigenti.

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