Pec a sorpresa dall’Agenzia delle Entrate: il fisco ti contesta l’iva. Svelato il piano di controllo che scatta subito (e cosa devi rispondere per salvarti)

Agenzia delle Entrate

Luca Antonelli

Ottobre 13, 2025

L’Agenzia delle Entrate avvia controlli incrociati sui dati IVA: chi ha anomalie riceverà comunicazioni via PEC con invito a regolarizzare la posizione.

Con un nuovo provvedimento, l’Agenzia delle Entrate ha annunciato l’avvio di verifiche mirate su fatture elettroniche, corrispettivi giornalieri e dichiarazioni IVA. L’obiettivo è individuare incongruenze tra i dati trasmessi dai contribuenti e quelli registrati nei sistemi dell’Amministrazione finanziaria. In caso di irregolarità, verrà inviata una PEC all’indirizzo digitale del contribuente, con l’invito a regolarizzare la posizione. Chi riceverà la comunicazione potrà usufruire del ravvedimento operoso, riducendo così le sanzioni normalmente previste per mancati o errati adempimenti.

Come funzionano i controlli e quali dati vengono incrociati

L’attività di monitoraggio prende in esame tre elementi principali: i dati fiscali contenuti nelle fatture elettroniche, i corrispettivi trasmessi dai registratori telematici e le informazioni dichiarate nella dichiarazione IVA. Dal confronto emergono anomalie che riguardano soprattutto l’anno d’imposta 2023. Le PEC inviate alle partite IVA conterranno dati identificativi del contribuente, numero e codice atto della comunicazione, insieme al dettaglio delle operazioni attive e passive trasmesse telematicamente.

Pec a sorpresa dall’Agenzia delle Entrate il fisco ti contesta l’iva. _
L’obiettivo dichiarato è rendere più trasparente la gestione fiscale. – www.sanzioniamministrative.it

Nel cassetto fiscale online sarà possibile consultare ogni elemento di dettaglio, dai righi delle operazioni imponibili alle voci relative al regime di inversione contabile. In questo modo i titolari di partita IVA avranno la possibilità di verificare con precisione la natura dell’anomalia e di valutare se procedere con la regolarizzazione. La comunicazione telematica, spiega l’Agenzia, non equivale a un accertamento vero e proprio, ma rappresenta un avviso preventivo che mira a ridurre il contenzioso e a favorire la compliance spontanea.

Le conseguenze per chi non regolarizza e il peso della misura

Chi non risponde alla PEC o non provvede alla correzione della propria posizione rischia di incorrere in controlli successivi più severi e in sanzioni piene, senza riduzioni. La misura è parte di una strategia più ampia di contrasto all’evasione, che punta sulla digitalizzazione dei dati e sull’incrocio automatizzato delle informazioni. Secondo le stime, la platea interessata riguarda migliaia di partite IVA, soprattutto nel commercio al dettaglio, nei servizi e nei settori con elevato utilizzo di registratori di cassa. L’obiettivo dichiarato è rendere più trasparente la gestione fiscale, semplificando per i contribuenti la possibilità di correggere errori e per lo Stato il recupero delle entrate. Associazioni di categoria e consulenti fiscali segnalano che l’impatto pratico sarà rilevante, specie per le piccole imprese e i professionisti che dovranno prestare attenzione alla coerenza dei dati inviati. L’Agenzia delle Entrate, da parte sua, assicura che il sistema non mira a colpire in modo punitivo, ma a rafforzare il dialogo con i contribuenti. Resta il fatto che le PEC rappresentano un passaggio delicato: per molti soggetti sarà un segnale chiaro della necessità di rivedere la propria gestione fiscale e di adottare sistemi più accurati di trasmissione dei dati.

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