La prossima legge di bilancio si concentra su lavoro, famiglie e imprese. Confermati gli sgravi fiscali e nuovi aiuti contro l’inflazione, ma con risorse più limitate.
La Manovra economica 2026 entra nel vivo. Nelle ultime ore, fonti di governo hanno anticipato le prime linee del disegno di legge di bilancio, che sarà presentato in Parlamento entro fine mese. L’esecutivo punta a una manovra “prudente ma sociale”, capace di sostenere famiglie e imprese senza mettere a rischio i conti pubblici.
Tra le misure confermate ci sono gli sgravi contributivi per i redditi medio-bassi, un nuovo pacchetto di incentivi per le aziende che investono in innovazione e la proroga di alcuni bonus edilizi in forma ridotta. L’obiettivo è evitare uno stop alla crescita, bilanciando spesa e rigore di bilancio.
Le priorità della manovra: lavoro, tasse e crescita
Il cuore della Manovra 2026 ruota attorno al taglio del cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti. Il governo intende confermare il beneficio già previsto per il 2024 e ampliarlo alle fasce di reddito fino a 35.000 euro lordi. Si valuta anche un’estensione del bonus tredicesima, destinato a sostenere i consumi nel periodo natalizio.
Per le imprese, il Ministero dell’Economia sta studiando un nuovo credito d’imposta per investimenti in tecnologia e automazione, in linea con la transizione digitale imposta dai fondi europei del PNRR. In discussione anche incentivi per chi assume giovani o stabilizza contratti a termine, con un focus sulle aree del Mezzogiorno.

Sul fronte delle entrate, il governo punta a un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale e alla digitalizzazione dei controlli dell’Agenzia delle Entrate. Non sono previsti aumenti di imposte dirette, ma verranno rivisti alcuni benefici settoriali considerati poco efficaci. Tra le ipotesi c’è la riduzione graduale del superbonus edilizio, accompagnata da un piano per favorire la riqualificazione energetica degli edifici pubblici.
Il documento programmatico di bilancio prevede una crescita del PIL allo 0,9% nel 2026, con un deficit contenuto al 3,5%. Le stime sono prudenziali ma coerenti con le previsioni della Commissione Europea, che chiede all’Italia una politica di bilancio stabile e orientata alla riduzione del debito.
Le reazioni politiche e il nodo delle coperture
La manovra, ancora in fase di stesura, ha già acceso il dibattito tra maggioranza e opposizione. Le forze di governo parlano di un intervento “responsabile”, costruito per difendere il potere d’acquisto senza compromettere la tenuta dei conti. Le opposizioni, invece, denunciano la mancanza di una visione di lungo periodo e chiedono più risorse per scuola, sanità e trasporti.
Il nodo principale resta quello delle coperture finanziarie. Con un margine di spesa inferiore rispetto agli anni precedenti, il governo dovrà scegliere dove tagliare. Secondo indiscrezioni, saranno rivisti alcuni fondi ministeriali poco utilizzati e una parte dei sussidi ambientali non più ritenuti prioritari. Una quota delle risorse proverrà dai risparmi ottenuti attraverso la razionalizzazione della spesa pubblica e dalla riduzione dei costi energetici per la Pubblica Amministrazione.
Tra i provvedimenti più attesi figura il nuovo assegno unico rafforzato per le famiglie numerose e un possibile contributo straordinario per gli affitti nelle città con canoni elevati. Per la sanità, il Ministero sta valutando un piano di finanziamento triennale per ridurre le liste d’attesa e assumere nuovo personale medico.
Le prossime settimane saranno decisive per definire la versione definitiva del testo. Gli incontri tra Palazzo Chigi e il Ministero dell’Economia proseguono a ritmo serrato, mentre i sindacati chiedono un confronto diretto prima dell’approvazione in Consiglio dei Ministri. L’obiettivo dichiarato è chiaro: approvare la manovra entro fine dicembre, evitando l’esercizio provvisorio.
Nel 2026, la sfida del governo sarà mantenere l’equilibrio tra rigore e sostegno sociale. In un contesto internazionale ancora incerto, l’Italia punta a consolidare la ripresa con misure mirate e sostenibili, senza promettere miracoli ma difendendo chi rischia di più.