Rivoluzione dipendenti pubblici: addio visita dal medico. Svelata la svolta che autorizza i certificati medici a distanza (e come funziona subito)

Rivoluzione dipendenti pubblici addio visita dal medico. Svelata la svolta che autorizza i certificati medici a distanza (e come funziona subito) (2)

Luca Antonelli

Ottobre 15, 2025

Con la nuova norma i lavoratori del settore pubblico potranno ottenere il certificato medico anche via telemedicina.

La Legge Semplificazioni cambia il modo di gestire le assenze per malattia nel pubblico impiego: da oggi i dipendenti pubblici possono ottenere un certificato medico a distanza, senza dover recarsi di persona dal proprio medico curante. Una riforma che punta a snellire le procedure e ad aggiornare la normativa ai tempi della telemedicina, introducendo però precisi vincoli per evitare abusi o certificazioni superficiali.

Come cambia il rilascio del certificato medico

Fino a pochi giorni fa, i medici che rilasciavano un certificato senza visita diretta rischiavano sanzioni disciplinari severe, inclusa la sospensione dall’albo. L’articolo 55 quinquies del Testo Unico del Pubblico Impiego imponeva l’obbligo di accertamento clinico in presenza, anche per patologie facilmente verificabili. Con la nuova legge, approvata il 13 ottobre 2025, il legislatore riconosce ufficialmente la possibilità di ricorrere agli strumenti digitali di diagnosi a distanza.

Rivoluzione dipendenti pubblici addio visita dal medico. Svelata la svolta che autorizza i certificati medici a distanza (e come funziona subito)
E’ una svolta che nasce dall’esperienza maturata negli anni più difficili. – www.sanzioniamministrative.it

Il medico potrà ora valutare le condizioni del paziente tramite videochiamata, dispositivi connessi per il monitoraggio dei parametri vitali o piattaforme dedicate. L’uso della tecnologia non sostituisce la professionalità, ma diventa un mezzo per raccogliere dati clinici affidabili. Sarà la Conferenza Stato-Regioni a definire i protocolli uniformi per garantire tracciabilità, sicurezza dei dati e standard comuni in tutto il territorio nazionale.

Il certificato emesso da remoto avrà la stessa validità legale di quello tradizionale, purché basato su riscontri oggettivi e conforme ai protocolli ministeriali. In sostanza, il medico potrà evitare di convocare il paziente in ambulatorio quando dispone di elementi clinici sufficienti a formulare una diagnosi corretta.

Tutele, sanzioni e responsabilità

La nuova normativa non abolisce la responsabilità professionale del medico, che resta pienamente valida. Se un professionista rilascia un certificato senza adeguate basi cliniche, potrà comunque incorrere in sanzioni fino alla radiazione o al licenziamento, nel caso di dipendenti pubblici. La differenza è che l’assenza della visita in presenza non costituisce più, da sola, motivo di punizione.

Restano vietati comportamenti superficiali o certificazioni “di comodo”. Per questo, ogni consulto telematico dovrà lasciare traccia digitale verificabile. Le amministrazioni potranno controllare i flussi di dati e verificare la coerenza tra la diagnosi e le informazioni acquisite. È un sistema che cerca di bilanciare due esigenze: semplificare il lavoro dei medici e allo stesso tempo tutelare la correttezza amministrativa.

Nel periodo pandemico, milioni di cittadini hanno già sperimentato la telemedicina, dimostrando che visite a distanza e consulti video possono garantire efficacia clinica. La legge trasforma quella pratica emergenziale in una modalità stabile e regolamentata.

Effetti sulla sanità pubblica e sulla gestione delle assenze

L’impatto più evidente sarà sulla riduzione della burocrazia: i lavoratori non dovranno più spostarsi per ottenere un certificato, evitando disagi e possibili peggioramenti delle proprie condizioni. I medici potranno gestire meglio i casi, dedicando più tempo alle situazioni gravi e meno alle pratiche formali.

Per la Pubblica Amministrazione, la digitalizzazione dei certificati rappresenta un passo avanti nel processo di modernizzazione. Le piattaforme di telemedicina saranno integrate con i sistemi dell’INPS e delle ASL, permettendo verifiche automatiche e tracciamento delle assenze in tempo reale. La trasparenza e la velocità aumenteranno, riducendo il rischio di errori e contestazioni.

È una svolta che nasce dall’esperienza maturata negli anni più difficili, quando l’emergenza sanitaria ha imposto un cambiamento culturale profondo. Ora la telemedicina non è più una soluzione temporanea, ma una componente stabile della sanità pubblica.
Per i dipendenti pubblici, questo significa meno vincoli e più efficienza. Per i medici, maggiore libertà di esercizio ma anche un rinnovato senso di responsabilità. Un equilibrio che, se ben gestito, potrebbe diventare modello anche per altri settori.

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