Stoccarda, 17 ottobre 2025 – Dopo un decennio alla guida di Porsche e oltre due anni nel doppio ruolo di CEO anche di Volkswagen, Oliver Blume si appresta a lasciare la carica di amministratore delegato del prestigioso marchio di Zuffenhausen. La decisione, confermata ufficialmente, segna la fine di un periodo caratterizzato da una governance complessa e contestata, con una gestione simultanea che aveva suscitato perplessità tra gli investitori e gli operatori di mercato.
La fine della doppia leadership in Porsche e Volkswagen
Blume manterrà il suo incarico come CEO di Volkswagen AG, ma abbandonerà la guida di Porsche entro il 2026. Il consiglio di sorveglianza di Porsche ha già individuato in Michael Leiters, ex CEO di McLaren Automotive e con un passato da chief technical officer in Ferrari e Porsche, il successore ideale. La formalizzazione della sua nomina è attesa per la riunione di ottobre.
La doppia responsabilità di Blume, iniziata nel settembre 2022, aveva alimentato dubbi e critiche da parte degli azionisti, preoccupati per la sostenibilità di una gestione così articolata. In particolare, investitori istituzionali come Deka Investment hanno sottolineato l’importanza di una leadership dedicata, soprattutto per Volkswagen, impegnata in una profonda ristrutturazione e in una transizione cruciale verso l’elettrificazione.
Le difficoltà operative e il rallentamento delle strategie elettriche
I risultati finanziari dal 2022 hanno riflesso tali criticità. La quotazione di Porsche in Borsa ha subito un brusco calo, con il titolo che ha perso più della metà del suo valore, portando all’esclusione dal listino DAX di Francoforte. Volkswagen stesso ha registrato una perdita significativa, con un calo di oltre un terzo del valore azionario. Le difficoltà maggiori riguardano il mercato cinese, dove le vendite di Porsche si sono contratte drasticamente, e la necessità di rivedere la strategia sull’elettrico.
Solo di recente, Blume ha ammesso che la completa transizione all’elettrico sarà più lunga del previsto. Porsche ha infatti annunciato un parziale ritorno ai motori termici, simbolo dell’identità storica del marchio, con un investimento che comporterà un riorientamento industriale e ulteriore impegno finanziario.
Profilo dei protagonisti: Blume e Leiters
Oliver Blume, nato a Braunschweig nel 1968, è un ingegnere meccanico con una lunga carriera all’interno del gruppo Volkswagen. Entrato in Audi nel 1994, ha ricoperto ruoli chiave in SEAT e Volkswagen prima di approdare a Porsche nel 2013, di cui è diventato CEO nel 2015. Nel 2022 ha assunto anche la guida di Volkswagen, affrontando la sfida della trasformazione del colosso tedesco, inclusa la necessità di tagliare costi e ristrutturare impianti produttivi in Germania, decisioni che hanno suscitato forti tensioni con i sindacati.
Michael Leiters, 50 anni, ha una solida esperienza nel settore delle supercar e dell’ingegneria automobilistica. Dopo anni in Porsche e un ruolo fondamentale in Ferrari come chief technical officer, è stato CEO di McLaren Automotive fino al 2025. Leiters è noto per aver guidato importanti fasi di transizione e ricapitalizzazione del Gruppo McLaren, e la sua nomina a CEO di Porsche rappresenta un segnale chiaro della volontà di rilanciare il marchio con una guida esperta e focalizzata.
La scelta di Leiters arriva in un momento cruciale per Porsche, che deve affrontare una revisione strategica profonda per mantenere la sua posizione di leadership nel mercato delle auto sportive di lusso, bilanciando tradizione e innovazione tecnologica.