Dal governo in arrivo sei nuovi incentivi economici con accrediti diretti sul conto corrente. A beneficiarne saranno famiglie, giovani e lavoratori con redditi medio-bassi.
A partire da gennaio 2026, il governo ha previsto un nuovo pacchetto di sei bonus economici destinati a sostenere famiglie, lavoratori e categorie in difficoltà. Le misure, già delineate nella legge di bilancio, prevedono accrediti diretti sul conto corrente e copriranno un’ampia fascia della popolazione. Gli importi variano da 400 a 2000 euro a seconda del reddito e della situazione familiare. L’obiettivo dichiarato è quello di rilanciare i consumi interni e offrire un aiuto concreto a chi ha visto ridursi il potere d’acquisto negli ultimi anni, anche a causa dell’inflazione e dei rincari energetici.
I fondi verranno erogati tramite l’INPS e, in parte, gestiti attraverso piattaforme digitali già operative per i precedenti incentivi. I ministeri coinvolti sono Economia, Lavoro e Famiglia. Ogni bonus avrà un proprio decreto attuativo che definirà modalità e scadenze, ma già oggi emergono dettagli precisi sui beneficiari e sulle procedure di richiesta.
Le sei misure previste e a chi spettano
Il primo bonus sarà destinato ai lavoratori dipendenti con redditi fino a 30.000 euro l’anno. Si tratta di un contributo una tantum da 500 euro per compensare il peso del caro-vita. Sarà accreditato automaticamente in busta paga, senza necessità di domanda.

Il secondo incentivo riguarda le famiglie con figli, che riceveranno un aumento temporaneo dell’assegno unico per i primi tre mesi del 2026, con una maggiorazione di 100 euro per ciascun minore. Il terzo bonus è dedicato ai giovani sotto i 36 anni che intendono acquistare o ristrutturare la prima casa: lo Stato coprirà parte delle spese notarili e dei tassi d’interesse, con contributi fino a 1500 euro.
Un quarto aiuto sarà rivolto ai pensionati con redditi bassi, che riceveranno un’integrazione straordinaria una tantum di 400 euro per contrastare l’aumento dei prezzi. Il quinto bonus interesserà le madri lavoratrici: un credito fiscale per ogni figlio a carico fino ai 14 anni, da utilizzare in dichiarazione dei redditi. Infine, il sesto bonus riguarderà le imprese artigiane e commerciali, che potranno ottenere un contributo fino a 2000 euro per la digitalizzazione e la formazione del personale.
Già da novembre 2025 partiranno le comunicazioni ufficiali e gli aggiornamenti sui portali ministeriali. Alcuni aiuti saranno automatici, altri dovranno essere richiesti tramite Spid o Cie entro il 30 giugno 2026.
Come arrivano i fondi e chi rischia di restarne escluso
I pagamenti avverranno direttamente tramite accredito bancario, con tempi che varieranno a seconda della categoria. L’INPS incrocerà i dati con l’Agenzia delle Entrate per evitare duplicazioni o richieste indebite. Ogni beneficiario dovrà indicare un conto corrente attivo e intestato, poiché non saranno accettati Iban esteri o carte prepagate non riconducibili al titolare.
Secondo le prime stime, oltre otto milioni di cittadini potranno accedere almeno a uno dei nuovi bonus, mentre circa un milione rischia di restarne escluso per mancanza dei requisiti o errori nelle domande. È il caso, ad esempio, di chi non ha aggiornato la propria DSU per l’ISEE 2026 o di chi ha dichiarazioni incomplete.
Il governo ha specificato che non saranno tollerate frodi: chi presenterà dati falsi o non coerenti con la situazione economica reale potrà incorrere nella revoca dei fondi e in sanzioni amministrative.
Le associazioni dei consumatori chiedono già maggiore chiarezza, soprattutto per i tempi di accredito e le modalità di verifica. Eppure, per molti cittadini, queste nuove misure rappresentano una boccata d’ossigeno concreta. Già, perché per una volta i soldi arriveranno direttamente sul conto, senza lunghe attese o moduli complessi.