Da ottobre 2025 partono nuove verifiche fiscali automatizzate dell’Agenzia delle Entrate. Conti correnti, spese e movimenti digitali nel mirino dei controllori.
Da ottobre 2025 l’Agenzia delle Entrate ha avviato una nuova fase di controlli fiscali mirati. Il piano operativo, definito nei mesi estivi, prevede verifiche digitali incrociate su conti correnti, carte di credito, operazioni bancarie e spese tracciabili. L’obiettivo è individuare incongruenze tra i redditi dichiarati e i movimenti effettivi dei cittadini.
Le nuove procedure si basano su un sistema automatizzato che analizza in tempo reale i dati provenienti dalle banche, dall’INPS e da piattaforme di pagamento come PayPal e Satispay. Il progetto, coordinato con la Guardia di Finanza, mira a colpire i casi di evasione e riciclaggio ma anche a monitorare i comportamenti di spesa sospetti. Non a caso, il mese di ottobre è considerato cruciale per i primi accertamenti preventivi legati alle dichiarazioni dei redditi 2024.
Come funzionano i nuovi controlli fiscali
Il sistema, denominato internamente “Analisi dinamica dei flussi”, consente all’Agenzia di incrociare ogni dato finanziario con la posizione fiscale individuale. Se le spese sostenute superano di oltre il 20% i redditi dichiarati, scatta un alert automatico che può portare a una richiesta di chiarimenti o a un accertamento vero e proprio.
Saranno monitorate soprattutto le operazioni effettuate tramite bonifici, ricariche e acquisti online. Gli algoritmi fiscali sono in grado di riconoscere anche pagamenti frazionati o trasferimenti ricorrenti tra conti collegati, elementi che in passato sfuggivano ai controlli manuali.

Un’attenzione particolare verrà riservata ai professionisti con partita IVA che dichiarano volumi di affari inferiori rispetto alla media del settore. Gli accertamenti potranno essere avviati anche senza preavviso, con notifiche inviate via PEC o tramite il portale Fisconline.
Le banche saranno obbligate a comunicare ogni operazione superiore a 5.000 euro o una serie di microtransazioni considerate anomale. La stessa regola si applica a chi riceve versamenti frequenti su conti personali provenienti da clienti o collaboratori senza emettere fattura.
Già i primi test effettuati a settembre hanno individuato migliaia di anomalie, soprattutto tra lavoratori autonomi, commercianti e proprietari di immobili in affitto. I contribuenti coinvolti riceveranno comunicazioni entro dicembre, con la possibilità di regolarizzare la propria posizione prima dell’apertura formale dell’accertamento.
Chi rischia di più e cosa controllano gli ispettori
Nel mirino dell’Agenzia ci sono i redditi incoerenti, i movimenti bancari non giustificati e le spese non compatibili con le dichiarazioni. Chi, ad esempio, dichiara 18.000 euro l’anno ma possiede un’auto di lusso o effettua viaggi costosi, sarà segnalato per approfondimenti. Anche gli affitti brevi e le compravendite immobiliari verranno tracciati per verificare il pagamento delle imposte dovute.
Particolare attenzione è riservata agli acquisti online e ai wallet digitali, che negli ultimi anni sono diventati un canale rilevante di movimentazione economica. L’Agenzia delle Entrate potrà analizzare i dati provenienti dai marketplace e dalle piattaforme di e-commerce per verificare i flussi di denaro, soprattutto per chi vende beni o servizi in modo continuativo.
Gli esperti ricordano che non esiste una soglia “sicura”: anche chi ritiene di avere tutto in regola può essere selezionato in base a parametri statistici. Per questo motivo, è consigliabile controllare i propri estratti conto e verificare che ogni entrata o uscita sia documentata.
Eppure, molti cittadini scoprono solo al momento della notifica di essere finiti in una lista di verifica automatica. Già, perché oggi non serve più una segnalazione manuale: basta un’anomalia nel sistema per attivare la procedura.
I controlli, in sostanza, stanno diventando silenziosi ma costanti, una sorveglianza digitale che non si limita più alle grandi frodi ma entra nella vita quotidiana dei contribuenti.