Il governo ha fissato nuovi criteri per accedere e mantenere il bonus casa fino al 2026: documenti, tempistiche e requisiti da rispettare per non perdere l’agevolazione fiscale.
L’attenzione per la casa resta alta anche nel 2026. Dopo mesi di discussioni, il bonus casa è stato confermato ma con condizioni più rigide per ottenere e mantenere la detrazione del 50% sulle spese di ristrutturazione. Chi ristruttura il proprio immobile potrà ancora usufruire dell’agevolazione, ma dovrà dimostrare di rispettare tutte le nuove procedure imposte dall’Agenzia delle Entrate. L’obiettivo del governo è ridurre gli abusi e rendere il sistema più trasparente, soprattutto dopo i casi di frodi legate ai bonus edilizi degli ultimi anni. Non a caso, le verifiche saranno più serrate e i controlli potranno scattare già in fase di pagamento.
I nuovi limiti e i controlli previsti dall’Agenzia delle Entrate
Il bonus casa 2026 continua a coprire il 50% delle spese sostenute per interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e ristrutturazione, fino a un massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. Ma rispetto agli anni precedenti, cambia la modalità di accesso: per poter usufruire della detrazione sarà necessario presentare tutta la documentazione tecnica e fiscale prima dell’inizio dei lavori, con particolare attenzione al titolo abilitativo e alle ricevute dei bonifici parlanti. Le aziende coinvolte dovranno essere regolarmente registrate e in regola con i versamenti previdenziali.

L’Agenzia delle Entrate, insieme all’Enea, effettuerà controlli incrociati tra fatture, Cilas e dichiarazioni dei redditi per verificare la coerenza delle spese. Già a ottobre 2025 sono partiti i primi controlli preventivi, che mirano a identificare errori o irregolarità prima dell’invio del modello 730. Un altro punto chiave riguarda la tracciabilità dei pagamenti: non saranno più accettati contanti o mezzi non certificati.
Gli esperti del settore segnalano che le sanzioni, in caso di errori o omissioni, potranno arrivare alla revoca totale della detrazione. Eppure, molti cittadini rischiano di perdere il diritto al bonus semplicemente per un documento incompleto o per un codice fiscale errato in fattura, segno che la burocrazia resta ancora un ostacolo reale per chi vuole migliorare la propria abitazione.
I casi in cui il bonus può decadere e come evitare errori
Tra i motivi più frequenti di esclusione dal bonus casa 2026, figurano i lavori non conformi al progetto autorizzato, la mancata comunicazione di variazioni catastali e l’assenza di documentazione fotografica. Gli uffici fiscali hanno chiarito che per gli interventi più semplici, come il rifacimento di bagni o la sostituzione degli infissi, non sarà necessario il Cilas, ma servirà comunque una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà per attestare la natura dei lavori.
Chi invece esegue interventi più complessi dovrà conservare tutta la documentazione per almeno dieci anni. L’Agenzia ha precisato che potrà chiedere copia dei bonifici, delle fatture e dei contratti anche a distanza di tempo. In caso di accertamento negativo, oltre alla perdita del beneficio, verranno richieste anche le somme già detratte con gli interessi.
Per questo, gli esperti consigliano di verificare con attenzione la corretta intestazione delle fatture e di farsi assistere da un tecnico o da un commercialista. Già molte imprese edili hanno segnalato casi in cui errori formali hanno causato la sospensione della detrazione. Eppure, chi rispetta tutte le regole potrà continuare a beneficiare di uno degli incentivi più longevi e utilizzati nel panorama fiscale italiano, confermato anche per il 2026 nonostante i tagli previsti in manovra.