Assegno di inclusione, nuove istruzioni INPS per il rinnovo e aggiornamento del patto sociale

Luca Antonelli

Ottobre 21, 2025

Rinnovi, incontri con i servizi sociali e scadenze: l’INPS chiarisce come prosegue la misura.

L’INPS ha pubblicato nuove indicazioni per i nuclei familiari che hanno terminato le prime diciotto mensilità dell’Assegno di inclusione e intendono chiedere il rinnovo per altri dodici mesi. La comunicazione introduce alcune semplificazioni per le famiglie che non hanno subito variazioni nella propria composizione e chiarisce il percorso da seguire tra Servizi Sociali, Centri per l’impiego e patto di inclusione sociale.

Il rinnovo è una fase obbligatoria del percorso di inclusione previsto dalla misura, che non si limita all’erogazione del contributo economico ma coinvolge attivamente i beneficiari nella definizione di un progetto personalizzato di autonomia sociale e lavorativa.

Domanda di rinnovo: tempi, modalità e clausola di salvaguardia

Trascorsi i primi diciotto mesi di erogazione del beneficio, ogni famiglia deve presentare una nuova domanda di rinnovo per continuare a ricevere l’Assegno. La richiesta va inoltrata ai Servizi Sociali entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale, documento che certifica la partecipazione del nucleo ai percorsi di inclusione.

Con il rinnovo dell’assegno di inclusione arrivano nuovi obblighi di incontro con i servizi sociali in Italia (1)

Per i nuclei che non hanno modificato la propria composizione familiare, la domanda di rinnovo coincide con la data effettiva di presentazione della richiesta. È prevista una clausola di salvaguardia: se la domanda viene approvata a ridosso della scadenza dei 120 giorni, l’INPS garantisce comunque il pagamento delle prime tre mensilità spettanti, evitando interruzioni nell’erogazione del beneficio.

Il percorso di rinnovo prosegue poi attraverso la piattaforma informatica SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa), dove i cittadini possono verificare lo stato della domanda e conoscere gli appuntamenti previsti con i servizi territoriali. La procedura digitale consente un monitoraggio costante dell’iter e riduce i tempi di gestione, soprattutto nei casi di famiglie già note ai Servizi Sociali.

Percorsi di inclusione e patto sociale: cosa cambia con il rinnovo

Dopo l’invio della domanda, i nuclei familiari vengono convocati per un nuovo incontro con i Servizi Sociali. Questo appuntamento serve a riesaminare i progressi raggiunti durante i primi diciotto mesi e a verificare o aggiornare l’analisi multidimensionale che definisce i bisogni del nucleo. Gli operatori possono confermare o modificare il percorso di inclusione precedentemente assegnato, registrando le nuove informazioni nei sistemi informativi comunali.

Se necessario, vengono programmati ulteriori incontri, che devono avvenire entro novanta giorni dal primo colloquio. Durante queste fasi, i Servizi Sociali verificano la coerenza tra gli obiettivi del progetto e la situazione reale della famiglia, aggiornano i dati e riattivano il contatore temporale che scandisce la durata complessiva del beneficio.

Una volta completata l’analisi, si passa alla fase di rinnovo del patto di inclusione sociale e lavorativa. Questo documento ridefinisce gli impegni reciproci tra i membri del nucleo e le istituzioni. I componenti che risultano occupabili devono sottoscrivere entro sessanta giorni il Patto di Attivazione Digitale Individuale (PADI), se non già firmato, e poi presentarsi al Centro per l’Impiego (CPI) per l’aggiornamento del Patto di Servizio Personalizzato (PSP).

Il sistema di monitoraggio prevede che, nel caso in cui il CPI abbia già registrato attività relative all’aggiornamento o alla sottoscrizione del patto, la scadenza dei sessanta giorni venga automaticamente posticipata di novanta giorni, purché la valutazione multidimensionale sia stata completata dai Servizi Sociali. In pratica, questa regola consente di evitare sovrapposizioni tra procedure e garantire continuità ai percorsi individuali.

L’INPS ha ricordato che i percorsi di inclusione possono proseguire anche se il nucleo non percepisce temporaneamente il contributo economico. L’obiettivo resta quello di mantenere attiva la partecipazione dei beneficiari a programmi di formazione, reinserimento lavorativo e supporto sociale, in coerenza con la finalità originaria della misura: unire sostegno economico e impegno personale verso l’autonomia.

Queste nuove istruzioni rappresentano un passo avanti verso un modello di welfare più integrato, dove il supporto non è più solo economico ma anche relazionale e operativo. Il rinnovo dell’Assegno di inclusione, così come delineato dall’INPS, diventa un momento di verifica e rilancio del percorso, non una semplice pratica amministrativa.

Il Sistema Informativo SIISL, già sperimentato in molte regioni, continuerà a essere il punto di riferimento per cittadini, comuni e operatori, favorendo il coordinamento tra le politiche sociali e del lavoro. Il nuovo approccio punta a ridurre la burocrazia e ad accompagnare le famiglie nel tempo, rafforzando la rete dei servizi locali.

Con il 2025, l’Assegno di inclusione entra dunque in una fase più matura, dove i controlli automatici, la digitalizzazione e la presenza territoriale dei Servizi Sociali convergono per rendere più efficiente e trasparente la gestione di una misura che oggi coinvolge centinaia di migliaia di famiglie italiane.

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