Il Governo punta a ridurre le imposte in busta paga: novità per salari, premi e buoni pasto nella Legge di Bilancio 2026.
La Manovra 2026 entra nella fase decisiva. Il Disegno di Legge di Bilancio, atteso in Parlamento entro il 20 ottobre, contiene alcune misure che potrebbero cambiare in modo significativo la tassazione sul reddito da lavoro. Al centro della bozza figura una novità di rilievo: una flat tax al 5% sugli aumenti di stipendio derivanti dai rinnovi dei contratti nazionali.
L’obiettivo dichiarato è quello di alleggerire la pressione fiscale sulle buste paga, in particolare per i redditi più bassi, e di stimolare la contrattazione collettiva nel settore privato. Si tratta di una misura che rientra nel più ampio pacchetto stipendi, destinato a sostenere il potere d’acquisto dei lavoratori dopo anni di stagnazione salariale e inflazione elevata.
Flat tax al 5% per gli aumenti e i rinnovi contrattuali
Secondo gli ultimi dati ISTAT, le retribuzioni reali restano inferiori di quasi nove punti percentuali rispetto al 2019, segno di una perdita di valore costante nel tempo. Per questo il Governo ha stanziato un pacchetto da 2 miliardi di euro da inserire nella Legge di Bilancio 2026, con interventi mirati proprio agli stipendi.

Il provvedimento prevede l’applicazione di una tassazione sostitutiva del 5% – in luogo dell’IRPEF e delle addizionali regionali e comunali – sugli incrementi retributivi corrisposti nel 2026 ai lavoratori dipendenti del settore privato. Il beneficio fiscale riguarderà esclusivamente chi ha un reddito annuo fino a 28.000 euro, cioè quella fascia di lavoratori definita “lavoro povero”, che finora non ha potuto beneficiare delle riforme IRPEF introdotte nel 2025.
La premier Giorgia Meloni, nel corso della conferenza stampa del 17 ottobre, ha confermato la misura, sottolineando che “serve a favorire l’adeguamento salariale al costo della vita e a rafforzare il legame tra produttività e retribuzione nel settore privato”.
La flat tax sugli aumenti si applicherà solo agli incrementi legati ai rinnovi contrattuali sottoscritti nel 2025 e nel 2026, evitando di estendere l’agevolazione ai premi o alle indennità straordinarie. In questo modo, il beneficio sarà riservato a chi riceverà un aumento strutturale della paga, e non un bonus una tantum.
La misura, se confermata in sede parlamentare, rappresenterà un cambiamento importante nella struttura fiscale italiana, aprendo di fatto la strada a un sistema di flat tax parziale per i dipendenti, dopo anni in cui l’agevolazione era limitata ai lavoratori autonomi.
Agevolazioni per premi, straordinari e buoni pasto
Nel capitolo dedicato al lavoro, la Manovra 2026 include anche altri interventi di detassazione e semplificazione fiscale. La prima riguarda i premi di produttività, che già oggi godono di un’imposta sostitutiva ridotta al 5%. Con la nuova legge, per il biennio 2026-2027, l’aliquota potrà scendere fino all’1%, con un tetto massimo elevato da 3.000 a 5.000 euro.
Un’attenzione particolare è riservata anche al lavoro notturno e ai turni festivi. Per i dipendenti che svolgeranno attività in orari notturni, nei giorni festivi o durante il riposo settimanale, sarà introdotta una detassazione al 15% entro il limite di 1.500 euro annui. Il regime agevolato seguirà regole specifiche per i lavoratori del comparto turistico e alberghiero, che rappresentano una delle categorie più esposte ai ritmi irregolari.
Altra misura di rilievo riguarda i buoni pasto: l’importo massimo esentasse passerà da 8 a 10 euro, un piccolo ma concreto passo per compensare l’aumento del costo medio dei servizi di ristorazione.
Restano invece in sospeso due temi centrali: il rinnovo automatico dei contratti nazionali scaduti e l’eventuale rialzo della soglia dei fringe benefit. Al momento, la cifra esente da tassazione è fissata a 258,23 euro, ma la scorsa manovra aveva già portato il limite a 1.000 euro per tutti i lavoratori e a 2.000 euro per i genitori con figli a carico.
In un primo momento si era ipotizzato di raddoppiare ulteriormente la soglia, ma la bozza attuale della legge sembra abbandonare questa ipotesi, privilegiando un approccio più prudente per motivi di copertura finanziaria.
Le novità dovranno ora passare al vaglio del Parlamento, dove il testo sarà discusso e modificato nelle prossime settimane. L’iter di approvazione della Legge di Bilancio 2026 dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, ma l’impianto complessivo delle misure sul lavoro appare già delineato: meno tasse sugli aumenti, più spazio ai premi di produttività e maggiore flessibilità fiscale per sostenere le retribuzioni reali.
Con questa manovra, il Governo tenta un equilibrio difficile tra rigore di bilancio e sostegno al reddito, puntando su un modello fiscale che premia chi lavora e produce di più, ma che resta sostenibile nel lungo periodo.