Un mese di stop per l’assegno di inclusione, poi la buona notizia di dicembre: arriva la tredicesima per molti beneficiari. Ecco chi la riceverà e come verrà calcolata.
L’assegno di inclusione, la misura introdotta dal governo per sostenere le famiglie in difficoltà economica, avrà una pausa tecnica nel mese di novembre 2025. L’interruzione riguarda l’elaborazione dei pagamenti da parte dell’INPS, ma non comporta la perdita del beneficio. La sospensione è necessaria per consentire il calcolo e l’erogazione della tredicesima mensilità, attesa a dicembre per migliaia di nuclei familiari.
Secondo quanto comunicato dall’Istituto, si tratta di un rallentamento momentaneo legato alla gestione contabile e ai controlli automatici sui requisiti, che dovrebbero concludersi entro la fine del mese.
Chi riceverà la tredicesima a dicembre
La tredicesima sull’assegno di inclusione sarà riconosciuta solo a determinate categorie di beneficiari. A percepirla saranno coloro che hanno avuto continuità nel sussidio per almeno sei mesi, senza interruzioni dovute alla mancata partecipazione ai percorsi formativi o alla perdita dei requisiti reddituali. L’importo aggiuntivo verrà calcolato in proporzione all’ammontare mensile ricevuto e al periodo di fruizione del beneficio nel corso dell’anno.

Fonti interne all’INPS precisano che la somma non sarà uguale per tutti: per alcuni potrà trattarsi di poche decine di euro, per altri di cifre più consistenti, fino a un massimo che varia in base al numero dei componenti del nucleo familiare.
Il pagamento della tredicesima dovrebbe avvenire tra il 20 e il 22 dicembre 2025, contestualmente all’accredito mensile ordinario sulla Carta di Inclusione. Gli importi saranno visibili sul portale MyINPS nei giorni precedenti, quando verranno pubblicate le nuove disposizioni di pagamento.
Va ricordato che la misura resta legata a requisiti precisi: ISEE inferiore a 9.360 euro, cittadinanza italiana o permesso di soggiorno UE, e la partecipazione a un percorso di inclusione lavorativa o sociale. Chi non rispetta tali condizioni rischia la sospensione o la revoca del beneficio.
Perché ci sarà un mese di stop nei pagamenti
La pausa di novembre non rappresenta un taglio né una penalizzazione, ma un passaggio tecnico indispensabile. L’INPS, come spiegato nelle circolari interne, dovrà aggiornare i sistemi di calcolo per includere la tredicesima e verificare la corretta erogazione delle somme residue dell’anno. Questa operazione richiede il blocco temporaneo delle procedure automatiche di pagamento.
In sostanza, il pagamento di novembre sarà posticipato di qualche settimana e accorpato a quello di dicembre, che includerà anche la mensilità extra. Gli utenti non dovranno presentare alcuna domanda aggiuntiva: tutto avverrà in automatico.
Nel frattempo, chi ha ricevuto comunicazioni di sospensione o aggiornamento del proprio ISEE dovrà regolarizzare la documentazione entro fine mese per non perdere la finestra di dicembre.
Secondo le ultime stime del Ministero del Lavoro, sono oltre 1,3 milioni le famiglie che percepiscono attualmente l’assegno di inclusione. Per molte di loro, la mensilità aggiuntiva rappresenterà un piccolo ma significativo sollievo in vista delle spese natalizie.
Lo stop di novembre, dunque, rientra in una prassi amministrativa comune anche ad altre prestazioni sociali, come il reddito di cittadinanza e la pensione di cittadinanza, che in passato avevano subito ritardi simili per l’adeguamento dei sistemi informativi.
Un altro aspetto importante riguarda la compatibilità con i contratti di lavoro. I beneficiari che nel frattempo hanno intrapreso un’attività lavorativa part-time o temporanea potranno comunque ricevere la tredicesima, purché il reddito percepito non superi i limiti fissati dalla normativa.
Gli uffici INPS hanno chiarito che ogni comunicazione ufficiale verrà inviata tramite SMS o e-mail, invitando gli utenti a diffidare di eventuali messaggi falsi o richieste di dati sensibili.
La pausa, quindi, non deve destare allarme. I pagamenti riprenderanno regolarmente con l’arrivo della tredicesima di dicembre, che chiuderà il 2025 con un piccolo bonus per le famiglie più fragili.
