Con il nuovo piano di dilazione si potrà saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate in un periodo più lungo, evitando pignoramenti e decadenze. Ecco cosa cambia davvero.
Le cartelle esattoriali tornano al centro dell’attenzione con un importante aggiornamento normativo. Il nuovo Decreto legislativo sulla riforma della riscossione, in vigore dal 2025, introduce una misura che permette ai contribuenti di rateizzare i propri debiti fino a 120 rate mensili, cioè 10 anni, rispetto alle 72 precedenti. Una novità che punta a rendere più sostenibile il recupero delle somme dovute, alleggerendo la pressione fiscale su famiglie e imprese in difficoltà.
La misura, approvata su proposta del Ministero dell’Economia e delle Finanze, nasce dall’esigenza di evitare che chi non riesce a rispettare i tempi di pagamento finisca automaticamente nel circuito delle procedure esecutive, con pignoramenti, ipoteche o blocchi dei conti correnti. Con la nuova norma, chi dimostra una comprovata situazione di difficoltà economica potrà ottenere una dilazione più lunga, pur mantenendo il rapporto di regolarità con l’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
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Come funzionano le nuove regole di rateizzazione
Il nuovo sistema di rateizzazione delle cartelle prevede due livelli distinti di accesso. Per debiti fino a 120.000 euro, la dilazione potrà essere richiesta con una semplice domanda, senza bisogno di presentare documenti aggiuntivi. Per importi superiori, invece, sarà necessario dimostrare la propria condizione di difficoltà economica, allegando l’ISEE o la documentazione contabile per le imprese.

La durata massima passa da 6 a 10 anni, con un massimo di 120 rate mensili, mentre per importi più contenuti resta possibile scegliere un piano più breve. I contribuenti che non riescono a pagare fino a cinque rate, anche non consecutive, non perderanno subito il beneficio, come avveniva in passato. Solo al mancato pagamento della sesta rata scatterà la decadenza dal piano di dilazione, con la ripresa automatica delle azioni di recupero da parte dell’Agenzia.
Il tasso di interesse applicato sulle rate resterà in linea con quello previsto per le dilazioni ordinarie, ma la nuova norma introduce la possibilità di rimodulare il piano in caso di variazioni significative del reddito o di peggioramento della situazione economica. In pratica, chi dimostra un calo del fatturato o una perdita di lavoro potrà chiedere una revisione del piano senza perdere i benefici ottenuti.
È prevista anche una semplificazione nella gestione delle istanze. Tutto potrà essere fatto online, attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che aggiornerà il servizio telematico per consentire ai cittadini di presentare la domanda e monitorare in tempo reale lo stato del proprio piano di pagamento.
Questa nuova impostazione punta a evitare i continui condoni o “rottamazioni” straordinarie che negli ultimi anni avevano generato confusione e disparità di trattamento. L’obiettivo è costruire un meccanismo stabile, capace di bilanciare le esigenze del fisco con la reale capacità contributiva dei cittadini.
Chi potrà beneficiarne e cosa cambia per le imprese
Il nuovo regime di rateizzazione è aperto sia ai contribuenti privati che alle imprese. Per i cittadini, la misura rappresenta una boccata d’ossigeno in un contesto economico segnato dal rialzo dei prezzi e dal calo del potere d’acquisto. Per le aziende, invece, l’allungamento delle rate potrà aiutare a gestire meglio la liquidità, evitando la chiusura forzata di molte attività.
Le imprese che dimostrano una riduzione del fatturato superiore al 33% rispetto all’anno precedente potranno chiedere automaticamente l’estensione fino a 120 rate, senza necessità di ulteriori autorizzazioni. Una semplificazione importante, soprattutto per le piccole e medie realtà produttive.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione ha chiarito che i nuovi piani non prevedono condoni né cancellazioni parziali del debito: si tratta semplicemente di un allungamento dei tempi per favorire i pagamenti regolari e limitare l’accumulo di cartelle scadute. I contribuenti decaduti da precedenti dilazioni potranno comunque presentare una nuova richiesta, a patto che non abbiano già beneficiato di più piani interrotti per mancato pagamento.
Secondo le prime stime, il 40% delle cartelle attualmente attive riguarda debiti inferiori a 5.000 euro, importi che spesso derivano da multe, contributi non versati o imposte minori. Con il nuovo sistema, anche questi piccoli debitori potranno rateizzare in tempi lunghi, evitando il rischio di vedersi bloccare i conti per somme di modesta entità.
La riforma, in definitiva, punta a un approccio più equilibrato tra esigenze del fisco e possibilità economiche dei cittadini. Non un condono, ma un piano di rientro sostenibile che restituisce fiducia e stabilità a chi intende rimettersi in regola con lo Stato.
