Importanti novità sulla Manovra 2026: cambia di nuovo la tassazione sugli affitti brevi. Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
La Manovra 2026 approvata dal governo Meloni ha subito importanti modifiche in merito alla disciplina fiscale degli affitti brevi, un tema particolarmente caldo nel dibattito economico e politico attuale. Dopo il via libera della Ragioneria di Stato, il testo è stato inviato a Palazzo Chigi e successivamente alla Presidenza della Repubblica, con un incremento degli articoli da 137 a 154 per includere nuove disposizioni specifiche.
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La nuova tassazione sugli affitti brevi
Tra le novità più rilevanti della legge di bilancio emerge la modifica della cedolare secca sugli affitti brevi, che passa dal 21% al 26%. Tuttavia, questa aliquota più elevata si applica a tutte le locazioni brevi, comprese quelle della prima abitazione, con alcune eccezioni previste solo per i casi in cui il contratto non venga concluso tramite intermediari immobiliari o portali telematici come Airbnb, Booking o Vrbo. L’articolo 7 della manovra specifica infatti che resterà al 21% la tassazione solo se, durante l’anno fiscale, non si siano utilizzati tali canali di intermediazione.
Questa misura ha suscitato immediatamente polemiche, soprattutto da parte delle associazioni di categoria. Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha espresso forte critica, sottolineando che la norma colpisce duramente i proprietari che traggono un reddito integrativo da una seconda casa, senza offrire incentivi per favorire locazioni a lungo termine. Anche l’Associazione italiana Gestori affitti brevi (Aigab) ha denunciato che l’aumento della tassazione rischia di penalizzare mezzo milione di famiglie italiane, con conseguenze negative sul turismo e sull’intero indotto economico.
Le reazioni politiche e il ruolo di Salvini e Tajani
Il tema della tassazione sugli affitti brevi ha visto posizioni contrastanti all’interno della maggioranza. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha dichiarato pubblicamente che la norma così com’è non verrà mantenuta, aprendo alla possibilità di correggerla in Parlamento. Salvini ha ribadito che penalizzare chi possiede una casa da affittare a breve termine non è una scelta utile per sostenere la domanda interna e l’iniziativa privata.
Anche il suo collega di governo, Antonio Tajani, ha espresso dubbi sulla misura, sottolineando le ripercussioni negative in termini di turismo e rischi di case vuote. La proposta di Tajani è orientata a difendere i proprietari di casa, opponendosi a un aumento indiscriminato della tassazione che potrebbe frenare l’offerta di alloggi per brevi periodi.
Impatto economico e scenari futuri
Secondo le stime di Aigab, l’innalzamento dell’aliquota dal 21% al 26% potrebbe ridurre il guadagno netto dei proprietari mediamente di circa 1.300 euro all’anno. Questo potrebbe tradursi in una riduzione del numero di immobili destinati a locazioni brevi, fenomeno già registrato nel 2025 con una diminuzione di 40 mila abitazioni offerte sulle piattaforme online. Le conseguenze potrebbero coinvolgere non solo il mercato immobiliare ma anche il settore turistico, con un possibile spostamento delle vacanze all’estero e un calo degli introiti per gli albergatori.
La Manovra 2026 prevede inoltre una proroga delle misure incrementali sull’imposta di soggiorno, con un gettito atteso di circa 1,3 miliardi di euro per il 2026. Tuttavia, questa decisione ha incontrato critiche da parte dell’ANCI e delle associazioni di categoria alberghiera, che la ritengono un ulteriore aggravio fiscale per gli enti locali e per il settore turistico.
In definitiva, la riforma fiscale sulle locazioni brevi rappresenta un nodo centrale nelle politiche economiche del governo e proseguirà il suo iter parlamentare tra polemiche, possibili modifiche e un confronto serrato tra le parti sociali e politiche.
