Nella Legge di Bilancio 2026 non ci sarà una riforma strutturale delle pensioni, ma conferme e piccoli aggiustamenti su uscite anticipate, età pensionabile e bonus Maroni.
Non sarà ancora il 2026 l’anno della grande riforma delle pensioni. La bozza della Legge di Bilancio, approvata in Consiglio dei Ministri a metà ottobre, conferma che il tema previdenziale resta sul tavolo, ma senza interventi radicali. Il Governo ha scelto la linea della prudenza, limitandosi a proroghe e piccoli ritocchi sui meccanismi di uscita anticipata e sull’adeguamento dell’età pensionabile.
Nessuna rivoluzione, dunque, ma la volontà di mantenere un equilibrio tra esigenze sociali e sostenibilità finanziaria. Nel documento spiccano tre direttrici principali: la proroga dei canali anticipati già esistenti, la valutazione del blocco parziale dell’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027 e il rinnovo del bonus Maroni.
Indice
Pensioni anticipate nel 2026: verso nuove proroghe
La Manovra 2026 dovrebbe estendere la durata dei principali strumenti di uscita anticipata: Quota 41, Opzione Donna e Ape Sociale. Si tratta di misure ormai consolidate, che consentono ai lavoratori di accedere alla pensione con requisiti più flessibili rispetto a quelli ordinari. Restano invece dubbi su Quota 103, introdotta nel 2023 e finora utilizzata in misura limitata.
Il Ministero del Lavoro, guidato da Marina Calderone, avrebbe proposto la sua conferma, ma nel Governo prevale la linea del superamento. La misura consente di andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi, ma comporta penalizzazioni economiche sull’assegno.

Le forze politiche discutono da settimane sul futuro del sistema previdenziale, ma l’ipotesi di una riforma organica è stata rinviata ancora. Nel frattempo, si valuta la possibilità di mantenere una flessibilità controllata, con finestre di uscita anticipate limitate a specifiche categorie di lavoratori, come gli addetti a mansioni gravose o usuranti.
Il messaggio che arriva dal Governo è chiaro: garantire continuità alle misure esistenti senza aprire nuove falle di spesa. Nel 2026, dunque, chi rientra nei requisiti previsti dalle proroghe potrà continuare a beneficiare delle vie d’uscita agevolate, ma con paletti più rigidi e monitoraggio costante delle risorse.
Età pensionabile e bonus Maroni: le modifiche previste
Un altro punto chiave della Legge di Bilancio 2026 riguarda l’età pensionabile. La norma attuale prevede un aumento automatico di tre mesi a partire dal 2027, in base all’allungamento dell’aspettativa di vita calcolata dall’ISTAT. Il Governo, però, valuta di bloccare parzialmente questo incremento, almeno per alcune categorie.
Secondo la bozza, i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose manterranno i requisiti attuali, mentre per gli altri l’aumento sarà più graduale: un mese nel 2027 e due nel 2028. Una misura che costerà circa due miliardi di euro, compensata con l’introduzione di finestre di accesso più lunghe, di uno o due mesi, tra il momento di maturazione dei requisiti e la decorrenza effettiva della pensione.
Resta confermato anche il bonus Maroni, un incentivo che permette ai lavoratori con requisiti per la pensione anticipata di restare al lavoro e ricevere in busta paga l’equivalente dei contributi previdenziali a proprio carico, pari al 9,19% della retribuzione. Una scelta che consente di aumentare lo stipendio e rinviare la pensione, premiando chi decide di proseguire l’attività lavorativa.
In sintesi, la Manovra 2026 mantiene un approccio conservativo: nessuna riforma strutturale, ma interventi di continuità che mirano a contenere la spesa pubblica e accompagnare la transizione demografica. Le modifiche previste garantiranno una certa stabilità nel breve periodo, ma rinviano ancora una volta il confronto su un nuovo modello previdenziale in grado di rispondere alle sfide economiche e sociali dei prossimi decenni.
