A più di un mese dall’inizio delle lezioni, la piattaforma della Carta del docente risulta ancora chiusa, creando disagi economici e incertezze tra i docenti che contano sul bonus per la formazione e l’acquisto di materiali utili.
L’adeguamento della piattaforma cartadeldocente.istruzione.it per l’anno scolastico 2025/26 sta creando una serie di difficoltà che si ripercuotono direttamente sui docenti. A oltre un mese dall’inizio delle lezioni, il portale non è ancora operativo. Il messaggio fermo in homepage dal 31 agosto recita: “La piattaforma è temporaneamente chiusa per permettere il passaggio dall’iniziativa 2024/25 a quella 2025/26.” Un avviso che, di fatto, fotografa una situazione di stallo che non accenna a sbloccarsi.
Gli insegnanti, in particolare quelli che avevano pianificato corsi di formazione o l’acquisto di strumenti didattici, si trovano senza possibilità di usare i 500 euro del bonus docenti, un contributo riconosciuto annualmente ai titolari di cattedra. L’aggiornamento tecnico del sito si è rivelato più complesso del previsto a causa delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, dal DL 45/2025 e, più recentemente, dal DL 127/2025, che hanno ridefinito alcuni criteri di attribuzione e gestione dei fondi.
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Ritardi e nuove regole per l’annualità 2025/26
Secondo le ultime informazioni, la chiusura del portale non è dovuta soltanto a problemi informatici ma anche all’adeguamento normativo richiesto dai nuovi decreti. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito non ha ancora comunicato una data ufficiale per la riapertura, lasciando senza risposte decine di migliaia di docenti. La Carta del docente, nata con la legge 107 del 2015, rappresenta una misura importante per l’aggiornamento professionale degli insegnanti, ma le continue modifiche legislative ne stanno rallentando l’efficacia.

Le ultime novità legislative prevedono infatti un ampliamento della platea dei beneficiari. L’articolo contenuto nel DL Scuola 127/2025, approvato in Senato, ha esteso il bonus anche ai docenti con contratto al 30 giugno e al personale educativo in servizio. Una decisione che, se da un lato amplia i diritti, dall’altro complica l’aggiornamento delle banche dati e delle procedure informatiche necessarie alla gestione delle carte elettroniche.
I docenti che attendono la riapertura lamentano ritardi che incidono non solo sulle spese didattiche ma anche sui corsi di aggiornamento, molti dei quali richiedono l’iscrizione entro i primi mesi dell’anno scolastico. La mancanza di un calendario chiaro genera confusione e rallenta l’intero sistema di formazione continua del personale scolastico.
A chi spetta il bonus e cosa cambia nel 2025
Per l’anno scolastico 2025/26, il bonus da 500 euro spetta ai docenti di ruolo, compresi i neoimmessi in servizio, anche se impiegati part-time. Sono inclusi anche gli insegnanti inidonei per motivi di salute (ai sensi dell’articolo 514 del decreto legislativo 297/1994), quelli in posizione di comando, distacco o fuori ruolo, oltre ai docenti delle scuole militari e a quelli in servizio all’estero.
Un’ulteriore novità riguarda i docenti con contratto fino al 31 agosto 2026, che potranno accedere al contributo anche in caso di orario non intero. Restano validi anche i diritti per chi ha ottenuto l’assegnazione della carta in seguito a sentenze favorevoli. I docenti con contratto al 31 agosto 2025, invece, potranno utilizzare solo l’eventuale residuo non speso entro tale data.
Secondo i sindacati di categoria, la lentezza nell’adeguamento della piattaforma rischia di compromettere la fruizione del bonus in tempo utile per l’anno formativo. Molti insegnanti segnalano che la chiusura del portale impedisce anche di scaricare la rendicontazione delle spese sostenute negli anni precedenti, un aspetto che complica i controlli amministrativi e fiscali.
Per ora, sul sito ufficiale non è comparso alcun comunicato ministeriale che chiarisca tempi o modalità di riattivazione. Gli operatori del settore temono che la piattaforma possa riaprire solo a ridosso di novembre, rallentando ulteriormente i processi d’acquisto e di iscrizione ai corsi formativi.
Una situazione che, in un periodo in cui la digitalizzazione dei servizi pubblici dovrebbe essere una priorità, solleva interrogativi sulla capacità del sistema di aggiornarsi in modo efficiente. I docenti attendono, con pazienza sempre più ridotta, di poter tornare a disporre di uno strumento indispensabile per la loro crescita professionale.
