Legge di Bilancio 2026: l’IVA sarà calcolata automaticamente, scattano i nuovi controlli digitali

Legge di Bilancio 2026 l’IVA sarà calcolata automaticamente, scattano i nuovi controlli digitali (1)

Luca Antonelli

Ottobre 25, 2025

Dal 2026 l’Agenzia delle Entrate potrà calcolare automaticamente l’IVA dovuta in caso di dichiarazione omessa, grazie ai dati di fatture elettroniche e corrispettivi. Per chi non paga scatterà subito l’iscrizione a ruolo.

La Legge di Bilancio 2026 introduce una delle novità fiscali più rilevanti degli ultimi anni: una procedura automatizzata di liquidazione IVA per chi non presenta la dichiarazione o la invia in modo incompleto. Il sistema, alimentato dai dati provenienti dalle fatture elettroniche, dai corrispettivi telematici e dalle LIPE trimestrali, permetterà all’Agenzia delle Entrate di calcolare in autonomia l’imposta dovuta e inviare al contribuente una comunicazione con le somme da versare.

L’obiettivo dichiarato è chiaro: ridurre i tempi dei controlli e recuperare in modo più efficace l’imposta evasa. Secondo la relazione tecnica allegata alla Manovra, questa misura dovrebbe generare un gettito aggiuntivo di circa 646 milioni di euro già nel biennio 2026-2027, con un incremento progressivo che potrebbe raggiungere 964 milioni di euro entro il 2030.

Un cambio di passo importante che segna l’avvio di una nuova fase nei rapporti tra Fisco e contribuenti, in cui la mole di informazioni digitali raccolte dalle piattaforme pubbliche diventa il fulcro dei controlli automatizzati.

Come funzioneranno le liquidazioni IVA automatizzate

L’articolo 25 del disegno di legge di Bilancio trasmesso al Senato stabilisce che, in caso di omessa dichiarazione IVA o di dichiarazione senza i quadri necessari per determinare l’imposta, il Fisco potrà intervenire direttamente. L’Agenzia delle Entrate, attraverso procedure automatizzate, calcolerà l’IVA dovuta utilizzando i dati in suo possesso: fatture emesse e ricevute, corrispettivi trasmessi e informazioni delle LIPE.

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La vera forza di questa riforma sta nella banca dati delle fatture elettroniche. – sanzioniamministrative.it

La procedura si baserà su un modello semplificato, che non terrà conto di eventuali crediti IVA pregressi. Verranno sottratti solo i versamenti già registrati. Una volta effettuato il calcolo, l’importo sarà comunicato al contribuente che avrà 60 giorni di tempo per fornire chiarimenti o pagare.

Chi salderà entro questo termine beneficerà di una riduzione della sanzione a un terzo. Se, invece, non arriveranno risposte o pagamenti, le somme saranno iscritte a ruolo, passando all’Agenzia delle Entrate Riscossione.

Nel caso in cui il contribuente invii elementi integrativi – come il credito IVA maturato in anni precedenti – il Fisco procederà a un nuovo calcolo, inviando una comunicazione aggiornata e facendo ripartire il conteggio dei 60 giorni. Il meccanismo mira a rendere più fluido il recupero dell’imposta e a evitare lunghe fasi di accertamento tradizionale.

Si tratta di una strategia di prevenzione più che di sanzione: un modo per anticipare le attività di controllo e recuperare risorse senza attendere l’apertura di un contenzioso. Un approccio che risponde anche alle raccomandazioni europee sulla digitalizzazione dei sistemi fiscali e sul contrasto all’evasione IVA.

Dati delle fatture elettroniche al centro del nuovo sistema di riscossione

La vera forza di questa riforma sta nella banca dati delle fatture elettroniche, che dal 2026 diventerà uno strumento operativo non solo per l’Agenzia delle Entrate ma anche per la Riscossione. L’articolo 27 della Manovra modifica infatti il decreto legislativo n. 127/2015, ampliando la possibilità di utilizzo dei dati memorizzati.

Finora le informazioni sulle fatture potevano essere conservate per otto anni e utilizzate da Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza e Dogane per fini di analisi del rischio e controllo fiscale. Con la nuova norma, i dati saranno messi a disposizione anche dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, che potrà accedere alle informazioni relative ai corrispettivi emessi da debitori iscritti a ruolo nei sei mesi precedenti, compresi i coobbligati.

In questo modo, il Fisco potrà intercettare più rapidamente i contribuenti morosi e pianificare azioni di recupero mirate. Un passo ulteriore verso l’integrazione dei sistemi informativi, che trasforma la fattura elettronica da semplice documento contabile a vero e proprio strumento di monitoraggio economico.

Secondo i tecnici del Ministero dell’Economia, questa innovazione permetterà di rafforzare la compliance fiscale e di ridurre il divario tra IVA teorica e incassata, un obiettivo da tempo indicato anche nelle linee guida europee sul contrasto all’evasione. Tuttavia, alcuni esperti avvertono che l’uso esteso dei dati digitali richiede garanzie solide in materia di privacy e sicurezza informatica, vista la quantità di informazioni sensibili in gioco.

Il provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate definirà nel dettaglio le modalità operative della liquidazione automatizzata. Sarà questo documento a stabilire tempi, criteri di calcolo e strumenti di comunicazione con i contribuenti, completando un sistema che promette di rivoluzionare la gestione dell’IVA in Italia.

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