Con la Legge di Bilancio arriva la nuova pace fiscale: dal 2026 parte la rottamazione quinquies, che consente di estinguere i debiti tributari fino al 2035 con sconti su sanzioni e interessi.
La nuova pace fiscale 2026, ribattezzata “rottamazione quinquies”, entra ufficialmente nel testo della Legge di Bilancio approvato dal Consiglio dei Ministri. La misura, già definita nel testo bollinato del disegno di legge, introduce un meccanismo più mirato rispetto alle precedenti edizioni, pensato per recuperare gettito senza favorire chi ha completamente evaso le imposte.
Il piano, che prenderà avvio il 1° gennaio 2026, consente ai contribuenti di sanare debiti fiscali e previdenziali affidati all’Agenzia delle Entrate-Riscossione tra il 2000 e il 2023, pagando soltanto le somme originarie dovute, senza sanzioni, interessi o aggio di riscossione. L’obiettivo dichiarato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze è duplice: ridurre l’arretrato e agevolare chi, pur avendo dichiarato i propri redditi, non è riuscito a pagare.
La misura si distingue per il suo carattere selettivo e per un piano di rateizzazione record, che potrà arrivare fino a 9 anni, rendendo più accessibile la chiusura dei debiti fiscali accumulati.
Indice
Come funziona la nuova rottamazione quinquies
La pace fiscale del 2026 definisce un perimetro di applicazione chiaro. Possono aderire i contribuenti che hanno presentato regolarmente la dichiarazione dei redditi o IVA, ma non hanno versato le somme dovute. Rientrano quindi nel beneficio i carichi affidati alla riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, relativi a:

omessi versamenti da dichiarazioni dei redditi e IVA;
somme dovute a seguito di controlli automatizzati o formali dell’Agenzia delle Entrate;
contributi previdenziali INPS non versati, purché non derivanti da accertamenti ispettivi
Potranno accedere anche i contribuenti decaduti dalle precedenti rottamazioni, come la ter o la quater. Sono invece esclusi coloro che non hanno mai presentato la dichiarazione e quindi hanno nascosto completamente il debito, così come i carichi derivanti da accertamenti fiscali sostanziali.
In linea generale, multe stradali e tributi locali come IMU o TARI restano fuori dal provvedimento, salvo decisione autonoma dell’ente creditore.
Il cuore della riforma sta nella semplificazione del debito residuo: la nuova rottamazione cancella sanzioni, interessi di mora, interessi iscritti a ruolo e aggio di riscossione, lasciando da pagare solo:
il capitale originario (imposta, tassa o contributo dovuto);
le spese di notifica e procedura esecutiva, cioè i costi effettivi sostenuti per l’attività di recupero.
In questo modo, la misura distingue nettamente tra funzione di recupero del tributo – che resta intatta – e funzione sanzionatoria, che viene eliminata. Una strategia che punta a far emergere somme realisticamente recuperabili, evitando allo stesso tempo condoni totali.
Rate fino a nove anni e scadenze per l’adesione
Una delle novità più rilevanti è l’ampia dilazione dei pagamenti concessa ai contribuenti. Il piano prevede fino a 54 rate bimestrali, pari a 9 anni di tempo per saldare i debiti. Chi preferisce potrà comunque estinguere tutto in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026, mentre chi sceglie la rateizzazione dovrà versare la prima rata alla stessa data.
Le rate successive scadranno a settembre e novembre 2026, con l’applicazione di un interesse agevolato del 4% annuo a partire dal 1° agosto 2026. Le regole prevedono inoltre che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunichi entro il 30 giugno 2026 l’importo complessivo dovuto, il piano rateale e i moduli di pagamento.
L’adesione dovrà essere presentata in via telematica entro il 30 aprile 2026, attraverso il portale dell’Agenzia. Sarà sufficiente compilare la domanda online e indicare le cartelle che si intendono rottamare.
Il contribuente decadrà dal beneficio se non paga due rate, anche non consecutive, oppure se omette il versamento dell’ultima. In quel caso, le somme residue torneranno interamente esigibili, con l’aggiunta di sanzioni e interessi ordinari.
Il Ministero ha sottolineato che la rottamazione quinquies non rappresenta un condono, ma un meccanismo di equilibrio fiscale che mira a distinguere chi ha dichiarato ma non ha pagato da chi, invece, ha nascosto i propri redditi. Si tratta quindi di una misura di flessibilità controllata, che intende alleggerire la pressione del debito fiscale senza annullare la responsabilità dei contribuenti.
Con questo nuovo intervento, il Governo punta a chiudere la stagione delle rottamazioni generalizzate e a introdurre un sistema più selettivo, capace di coniugare esigenze di bilancio e giustizia fiscale. Dal 2026, la pace fiscale cambia volto: più lunga nei tempi, più rigida nei criteri, ma pensata per chi vuole davvero rimettersi in regola.
