Autovelox: in quali casi la multa è nulla? Ecco cosa c’è da sapere

Autovelox: in quali casi la multa è nulla?

Autovelox: in quali casi la multa è nulla? | Pixabay @MikeDot - Sanzioniamministrative

Redazione

Ottobre 27, 2025

In quali casi la multa da autovelox è da considerarsi nulla? Ecco tutto ciò che c’è da sapere a riguardo prima di fare ricorso

Il panorama dei controlli elettronici della velocità in Italia sta attraversando una trasformazione decisiva con l’entrata in vigore di nuove disposizioni che riguardano la legittimità dell’uso degli autovelox. In particolare, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha recentemente pubblicato un decreto direttoriale che istituisce la piattaforma nazionale di censimento dei rilevatori di velocità, una misura che rivoluziona la gestione delle multe per eccesso di velocità, stabilendo criteri stringenti per la validità delle sanzioni.

Nuove regole per la validità delle multe da autovelox

Secondo il decreto legge n. 73 del 21 maggio 2025, convertito nella legge n. 105 dell’8 luglio 2025, ogni dispositivo di rilevazione della velocità deve essere obbligatoriamente comunicato al Ministero e inserito nel registro telematico nazionale entro il 30 novembre 2025. Solo gli autovelox regolarmente censiti e omologati potranno produrre verbali validi. Ciò rappresenta una tutela importante per gli automobilisti, che potranno verificare l’effettiva regolarità del dispositivo attraverso il Portale dell’Automobilista.

La Corte Suprema di Cassazione, con sentenze recenti, ha ribadito che la mancanza di omologazione o l’uso di apparecchi non conformi determina la nullità delle multe. L’omologazione non è una mera formalità, bensì la garanzia che il dispositivo soddisfi i requisiti tecnici di affidabilità e precisione. Dispositivi non omologati o non corrispondenti al modello approvato non possono essere usati per sanzionare gli automobilisti.

Collocazione e segnaletica: requisiti fondamentali

Un altro aspetto disciplinato dal decreto Salvini dell’11 aprile 2024 riguarda la corretta collocazione degli autovelox. Essi devono essere installati esclusivamente in tratti stradali ad alta incidentalità o in aree dove la contestazione immediata è impossibile, e devono essere segnalati con cartelli visibili posizionati a distanza congrua dalla postazione di rilevamento. L’inosservanza di queste prescrizioni comporta la invalidità del verbale, come confermato da numerose sentenze dei giudici di pace che hanno annullato multe derivanti da postazioni irregolari.

Il sistema di censimento nazionale: trasparenza e controllo

La novità più significativa è l’obbligo di iscrizione nella piattaforma nazionale di censimento, attivata a partire dall’agosto 2025, che assegna un’identità digitale a ogni autovelox con indicazioni dettagliate su marca, modello, versione e numero di matricola. Le amministrazioni locali devono garantire l’aggiornamento puntuale del registro e la manutenzione degli apparecchi, prevenendo abusi e garantendo la corretta applicazione delle norme. Un autovelox non inserito nel censimento sarà considerato illegittimo, con conseguente annullamento di tutte le sanzioni emesse tramite il suo utilizzo.

Queste disposizioni rappresentano un significativo passo avanti verso un sistema di controllo della velocità più trasparente e giusto, equilibrando la necessità di sicurezza stradale con i diritti degli automobilisti.

La recente normativa si inserisce in un contesto più ampio di riforme e sentenze che hanno visto protagonista anche la Corte Suprema di Cassazione, presieduta attualmente da Pasquale D’Ascola, che continua a svolgere un ruolo fondamentale nella definizione dei principi giuridici applicati alle sanzioni stradali, garantendo uniformità interpretativa e tutela dei cittadini.

Nel frattempo, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato dal ministro Matteo Salvini, continua a sviluppare strumenti digitali e regolamentazioni per migliorare la mobilità e la sicurezza sulle strade italiane, confermando l’impegno a trasformare l’autovelox in uno strumento di prevenzione e non in una fonte di ricavi ingiustificati.

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