Ho imparato a riconoscere subito le castagne buone: così evito sempre quelle matte al mercato

Ho imparato a riconoscere subito le castagne buone così evito sempre quelle matte al mercato (1)

Luca Antonelli

Novembre 2, 2025

Una fila davanti al banco delle caldarroste, il profumo che sale dalla padella e mani che scelgono a occhio i frutti: così si apre la stagione delle castagne. Chi compra al mercato e chi va a raccoglierle nei boschi si trova davanti a un bivio pratico e di sicurezza: distinguere le castagne commestibili da quelle non adatte, evitare pezzi vuoti o marci e portare a casa frutti che restino gustosi anche dopo qualche giorno. Lo scenario è concreto: bancarelle che espongono casse lucide, ricci ancora sul terreno nei sentieri di collina, e il rischio — spesso sottovalutato — di confondere specie diverse nelle aree urbane.

Come distinguere le castagne buone dalle ‘matte’

La prima regola è botanica: la castagna edibile proviene dal castagno europeo, il cui nome scientifico è Castanea sativa, mentre la cosiddetta “castagna matta” appartiene all’Aesculus hippocastanum, l’ippocastano. Chi vive in città lo nota: nei parchi spesso cadono frutti simili, ma non commestibili. Per riconoscerle, osserva le foglie: quelle del castagno sono singole e seghettate; quelle dell’ippocastano formano un palmo composto. È un dettaglio che molti sottovalutano quando raccolgono di fretta.

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Per la conservazione, riponile in ambiente fresco e ventilato o in frigorifero dentro un sacchetto forato. – sanzioniamministrative.it

I ricci sono un altro elemento distintivo. I ricci del castagno tendono al marrone e hanno aculei lunghi e pungenti; quelli dell’ippocastano appaiono più verdi e con spine più corte. Pure la forma interna cambia: la castagna matta è spesso più tondeggiante, più piccola e leggermente schiacciata ai lati. Un fenomeno che in molti notano solo d’autunno è l’odore: in cottura le castagne non commestibili rilasciano un odore sgradevole, segnale chiaro da non ignorare.

Dal punto di vista pratico, nelle aree urbane è più facile imbattersi nell’ippocastano; nei boschi e nei castagneti si trova invece la Castanea sativa. Per questo, quando si raccolgono frutti in periferia o vicino a viali cittadini, è opportuno controllare le foglie e i ricci prima di procedere.

Come scegliere, testare e conservare le castagne al mercato e a casa

Al banco o al supermercato occorre un’osservazione rapida ma mirata: il guscio sano deve essere lucido e liscio, senza macchie scure o segni di deterioramento. Se noti cavità o forellini, è probabile la presenza di parassiti all’interno. Un dettaglio che molti non considerano è la simmetria della frutta: le migliori sono lievemente tondeggianti e regolari, non eccessivamente schiacciate o deformi.

La consistenza è essenziale: premendo leggermente il guscio si deve sentire una certa resistenza; se il guscio cede facilmente, il frutto è compromesso. Un test semplice e affidabile da fare a casa è il galleggiamento: dopo averle immerse in acqua, le castagne buone tendono ad affondare, mentre quelle vuote o marce vengono a galla e vanno eliminate. È un metodo pratico che molti usano prima della cottura.

Per la conservazione, riponile in ambiente fresco e ventilato o in frigorifero dentro un sacchetto forato: così si mantengono più a lungo senza perdere sapore. Un trucco per facilitare la spellatura è praticare un’incisione sulla buccia prima della cottura o lasciarle in ammollo per qualche minuto; sono accorgimenti che lo raccontano i cuochi casalinghi e che aiutano anche chi le usa per fare farina o dolci.

Nei mercati di molte regioni italiane la domanda aumenta in questi mesi: osservare la qualità al momento dell’acquisto aiuta a evitare sprechi e a portare in tavola frutti saporiti, invece di scoprire solo dopo la cottura che alcune erano marce o non commestibili.

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