Riforma dell’Inps per l’invalidità civile: i nuovi iter digitali e semplificati riducono i tempi di attesa per i cittadini

Riforma dell’Inps per l’invalidità civile i nuovi iter digitali e semplificati riducono i tempi di attesa per i cittadini

Luca Antonelli

Novembre 2, 2025

File cartacei accatastati in sportelli e mail che girano tra uffici: è questa l’immagine che molti italiani associano al percorso per ottenere il riconoscimento dell’invalidità civile. In questi mesi, però, il bilancio dell’INPS messo nero su bianco nel Rendiconto Sociale presenta segnali di cambiamento che interessano direttamente chi aspetta una decisione. Lo studio, illustrato a Roma dal Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, offre numeri e letture operative utili per capire dove si accelera e dove restano ancora ritardi.

Tempi complessivi: un piccolo passo avanti

Il dato che balza all’occhio è semplice e concreto: il tempo medio per completare l’intero iter di accertamento dell’invalidità civile è passato da 144 giorni a 140 giorni. Non è una rivoluzione, ma è una variazione che mostra una direzione precisa: una riduzione di alcuni giorni che alleggerisce l’attesa per migliaia di pratiche. I numeri del Rendiconto Sociali delineano questo orizzonte con chiarezza, e la lettura operativa del documento è quella di un miglioramento graduale, sostenuto da interventi organizzativi.

Riforma dell’Inps per l’invalidità civile i nuovi iter digitali e semplificati riducono i tempi di attesa per i cittadini_
Un tema ricorrente nel Rendiconto è la disomogeneità territoriale. – sanzioniamministrative.it

Un aspetto da sottolineare è che i dati relativi al 2025 non sono ancora disponibili, perciò il trend va interpretato con prudenza. Allo stesso tempo, il fatto che la riduzione sia uniforme in più fasi della procedura segnala che non si tratta di un episodio isolato. Un dettaglio che molti sottovalutano è la diversa incidenza delle misure adottate nelle varie province: in alcune realtà l’impatto è più rapido, in altre serve più tempo per vedere i risultati.

Lo scenario che emerge è quello di un sistema ancora complesso ma orientato a una gestione più rapida. Il valore assoluto dei giorni rimane rilevante per chi aspetta una valutazione medico-legale, ma la tendenza indica una migliore capacità dell’INPS di smaltire le pratiche e di misurare i propri processi interni.

Fasi a confronto: dove si accelera e dove si rallenta

La variazione nei tempi totali nasce dall’andamento divergente delle due fasi principali: da un lato la parte amministrativa, dall’altro la parte sanitaria gestita dalle strutture regionali. La fase amministrativa, che include la ricezione della domanda, la verifica dei documenti e la convocazione per visita, è quella che ha visto il maggior miglioramento. Il tempo medio necessario è passato da 21 giorni a 16 giorni, una riduzione che segnala una significative snellimento delle attività di sportello e delle procedure interne.

Dietro questa accelerazione ci sono elementi concreti: maggiore digitalizzazione delle pratiche, procedure telematiche più consolidate e una gestione delle risorse che privilegia l’automazione delle operazioni ripetitive. Un fenomeno che in molti notano solo quando si recano allo sportello è la diminuzione delle pratiche cartacee, che riduce i passaggi e gli errori legati alla doppia registrazione.

Allo stesso tempo, la fase sanitaria mostra un lieve rallentamento: la durata media delle visite e delle valutazioni è aumentata da 123 giorni a 125 giorni. Questa parte del percorso è affidata alle ASL e risente di variabili diverse rispetto all’amministrazione centrale: carenza di personale medico, pressioni sulle agende ambulatoriali e, in alcune aree, una maggiore domanda di valutazioni specialistiche. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è proprio la difficoltà logistica di alcune strutture periferiche, dove la disponibilità di specialisti è più limitata.

Nel complesso, il piccolo allungamento della fase sanitaria non ha annullato il guadagno complessivo sui tempi, ma segnala la necessità di interventi mirati sulle risorse sanitarie locali per stabilizzare i progressi raggiunti dall’INPS.

Uniformità territoriale, digitalizzazione e il certificato che semplifica

Un tema ricorrente nel Rendiconto è la disomogeneità territoriale: l’iter per ottenere l’invalidità civile varia ancora da regione a regione. L’obiettivo dichiarato dell’INPS e del CIV è quello di uniformare i tempi per garantire pari trattamento a tutti i cittadini, indipendentemente dal luogo di residenza. In alcune aree del Nord i percorsi sono più rapidi, mentre in diverse province del Sud permangono ritardi dovuti a carenze organizzative e di personale.

La spinta verso la digitalizzazione è al centro di questa strategia: procedure online più fluide e l’uso del fascicolo elettronico riducono la necessità di passaggi fisici e permettono controlli più rapidi. Un dettaglio che molti sottovalutano è l’effetto combinato tra formazione del personale e strumenti digitali: senza entrambe le componenti, la tecnologia resta sotto-utilizzata.

Infine, il ruolo del certificato medico introduttivo è cruciale: la sua valenza come documento di avvio della pratica ha abbattuto diversi passaggi burocratici, semplificando la fase di ammissibilità delle domande. Per questo motivo, la prospettiva è che le variabili migliori possano consolidarsi e ridurre progressivamente le disuguaglianze. Un aspetto concreto da osservare è la riduzione delle code agli sportelli e il minor numero di richieste integrative, segnali pratici che molti cittadini iniziano a percepire nella vita quotidiana.

×