Roma, 3 novembre 2025 – Con l’avvio della Legge di Bilancio 2026, entra in vigore una significativa modifica nel sistema di tassazione dei carburanti in Italia, con un impatto diretto su milioni di automobilisti. A partire dal 1° gennaio 2026, infatti, l’accisa su benzina e diesel sarà allineata a 67,29 centesimi al litro, una mossa che, secondo l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), comporterà una vera e propria stangata fiscale per i possessori di vetture diesel.
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L’impatto economico dell’allineamento delle accise
Il presidente dell’UNC, Massimiliano Dona, evidenzia che l’allineamento dell’accisa tra i due carburanti porterà a un incremento del gettito fiscale di circa 694,4 milioni di euro nel 2026 e quasi 3 miliardi di euro (2.962,4 milioni) nel periodo 2026-2030. «Considerando il numero di autovetture a gasolio circolanti, si traduce in una tassa aggiuntiva di oltre 42 euro per il solo anno 2026 e oltre 180 euro nel quinquennio», spiega Dona, sottolineando come questa misura rappresenti una scelta di “fare cassa” a scapito degli automobilisti diesel.
Secondo le nuove disposizioni, l’accisa sulla benzina si riduce di circa 4,05 centesimi al litro, mentre quella sul diesel aumenta della stessa misura, portando entrambi i carburanti a pagare 672,90 euro per mille litri. A conti fatti, questo significa un risparmio di circa 4,94 centesimi al litro per chi usa la benzina e un aumento di pari entità per chi utilizza gasolio. Su un pieno da 50 litri, la differenza è di circa 2,47 euro in più per il diesel e 2,47 euro in meno per la benzina.
Reazioni e critiche delle associazioni dei consumatori
Le associazioni di consumatori hanno espresso preoccupazione per gli effetti di questa riforma fiscale. Il Codacons parla di una vera e propria “stangata sul gasolio”, richiedendo controlli severi per evitare che la riduzione dell’accisa sulla benzina non si trasformi in un mero guadagno per gli operatori della filiera, senza benefici per i consumatori. L’associazione stima un aumento annuo di quasi 60 euro per chi fa due pieni di gasolio al mese.
Anche l’Assoutenti denuncia il peso elevato delle accise sui carburanti in Italia, con tasse che rappresentano il 60% del prezzo della benzina e il 56,9% di quello del gasolio, e invita il governo a considerare una riduzione complessiva della pressione fiscale.
L’Unione Nazionale Consumatori insiste sulla necessità che il riallineamento delle accise avvenga a un livello inferiore rispetto a quello previsto e sollecita il governo a prevedere sanzioni per chi non rispetterà l’adeguamento, per evitare speculazioni che penalizzerebbero ulteriormente gli automobilisti, soprattutto quelli con vetture diesel.
