Un giudice francese ha condannato Dominique Valdès a pagare 1.250 euro di risarcimento al vicino di casa a causa dei comportamenti del suo gatto, Rémi, un felino rosso dell’Hérault. Ogni futura “evasione” del gatto oltre la recinzione comporterà ulteriori 30 euro di multa. La vicenda ha scatenato un acceso dibattito a livello nazionale, con animalisti e proprietari di animali preoccupati per quello che definiscono un possibile precedente giuridico pericoloso.
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Le accuse rivolte al gatto
Il tribunale di Béziers ha accolto la richiesta del vicino, che imputava a Rémi danni come impronte lasciate su un muro fresco, urinare su una coperta e sporcare nel giardino. Dominique Valdès definisce la sentenza un’assurdità: “Quando l’ho ricevuta è stato come un colpo alla testa. Nel fascicolo di 90 pagine non ci sono prove certe che sia stato il mio gatto. Ci sono altri gatti rossi nel quartiere e le foto mostrano chiaramente che altri felini transitano spesso in quella zona”.
Una vita sotto controllo
La condanna ha stravolto la quotidianità di Dominique e di Rémi. La donna racconta di dover tenere il gatto sempre in casa, con conseguenze sul suo comportamento e sul peso corporeo. “Non posso nemmeno farlo uscire in giardino senza rischiare ulteriori multe. È come se fosse agli arresti domiciliari”, spiega. Anche i vicini si mostrano sorpresi: per loro la libertà dei gatti è sempre stata normale, e basta scoraggiarli leggermente per evitare che entrino in altri giardini.
La preoccupazione degli animalisti
L’Associazione per la Protezione degli Animali (SPA) segue il caso con apprensione. Guillaume Sanchez, direttore generale della SPA, sottolinea che una sentenza simile potrebbe ridurre drasticamente le adozioni di gatti: “I felini hanno bisogno di esplorare l’ambiente circostante. Se questa decisione diventasse giurisprudenza, nessuno si assumerebbe più il rischio di adottarne uno”.

La libertà felina, tollerata da sempre entro un raggio di circa un chilometro dalla casa del gatto, rischierebbe quindi di essere compromessa.
Il processo al gatto Rémi continua
Il vicino querelante ha installato diverse telecamere per monitorare l’area e sostiene che Rémi abbia “recidivato”. Le immagini mostrate al giudice, spesso scattate di notte in bianco e nero, ritraggono il gatto nel giardino dell’uomo, ma includono anche altri felini del quartiere. Dominique dovrà tornare in tribunale a dicembre: il vicino richiede ora 2.000 euro di risarcimento e 150 euro per ogni nuova “intrusione”.
Una gabbia di vetro
Dominique racconta di sentirsi costantemente osservata e di vivere “come in una gabbia di vetro” da tre anni e mezzo. Anche alcuni residenti denunciano che una simile sentenza potrebbe colpire chiunque possieda un animale, trasformando i gatti in potenziali strumenti di lucro per chi non li tollera.
Un caso simbolo
Il caso di Rémi ha assunto dimensioni nazionali, diventando il simbolo del conflitto tra buonsenso e burocrazia. La SPA auspica che, durante il prossimo processo, il giudice tenga conto della natura dei felini, ricordando che non possono essere trattati come cani, né tenuti al guinzaglio. Guillaume Sanchez conclude: “Speriamo che l’appello annulli questa ingiustizia, altrimenti non solo Rémi resterà prigioniero in casa, ma con lui rischierà di esserlo ogni gatto in Francia”.
