Rinnovo contratto scuola: aumenti medi di 140 euro, sindacati verso la firma decisiva

Contratto scuola con rinnovi mensili fino 140 euro

Contratto scuola con rinnovi mensili fino 140 euro | foto robot

Redazione

Novembre 5, 2025

Trattative in dirittura d’arrivo per il rinnovo del contratto scuola 2022-2024: previsti adeguamenti salariali, nuove risorse e incentivi per docenti e personale Ata

Roma, 5 novembre 2025 – Sono in fase avanzata le trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto scuola 2022-2024, con un’intesa che prevede aumenti medi di circa 140 euro mensili lordi per il personale scolastico, compresi insegnanti e personale Ata. La firma dell’accordo, attesa in tempi brevi, segnerà un importante passo avanti per il settore, aprendo contestualmente il confronto per il successivo triennio 2025-2027.

Contratto scuola, incrementi retributivi e risorse stanziate

Come spiegato dal presidente di Anief, Marcello Pacifico, la trattativa economica in corso si distingue per un meccanismo innovativo: la firma del contratto sulla parte economica non chiude la trattativa, ma ne apre immediatamente una nuova, finalizzata a definire le risorse e gli aumenti per il triennio successivo. Il Governo ha stanziato per ogni triennio fino al 2030 risorse che permetteranno incrementi medi del 6%, in linea con l’inflazione accumulata a seguito della crisi provocata dal conflitto in Ucraina.

Per il biennio 2022-2024, una parte degli aumenti è già stata erogata sotto forma di indennità di vacanza contrattuale, mentre il restante 47% sarà corrisposto a breve. L’aumento medio previsto è di circa 135-140 euro mensili lordi per dipendente. Nel dettaglio, un insegnante di scuola primaria riceverà un incremento totale a regime di circa 142 euro lordi, mentre un docente di scuola superiore potrà arrivare a un incremento di circa 166 euro, di cui 101 già percepiti e 70 in arrivo. Per il personale Ata l’aumento si attesta su una media di circa 104 euro mensili.

Il rinnovo contrattuale per il triennio 2025-2027, invece, prevede incrementi medi di circa 135 euro mensili a partire dal gennaio 2027, confermando l’impegno del Governo a garantire continuità e adeguamenti salariali coerenti con il contesto economico.

Le sfide normative e le richieste sindacali

La parte normativa del contratto, che riguarda aspetti fondamentali come i buoni pasto, la contrattazione integrativa, la valorizzazione degli educatori professionali (Eq), i profili professionali del personale Ata, il middle management scolastico e la formazione incentivante, sarà oggetto di un negoziato separato nel prossimo contratto. Le questioni aperte includono anche il riconoscimento di condizioni di lavoro gravose, il burnout, e il riscatto agevolato della laurea, temi su cui il sindacato Anief continuerà a esercitare pressione.

Il coordinatore della Gilda, Vito Castellana, ha sottolineato come l’aumento previsto del 6% sia insufficiente rispetto all’inflazione reale, che nel triennio ha superato il 16%, generando una perdita effettiva del potere d’acquisto per il personale scolastico. La segretaria generale della CISL Scuola, Ivana Barbacci, confermata a giugno 2025 alla guida del sindacato, ha evidenziato l’importanza di un rinnovo contrattuale che dia dignità economica e riconoscimenti concreti al personale, oltre a promuovere strumenti di conciliazione tra vita professionale e privata e a risolvere definitivamente il problema del precariato.

Barbacci ha inoltre evidenziato come la sottoscrizione dell’accordo sia il presupposto indispensabile per aprire il negoziato sul triennio 2025-2027, e ha richiamato l’attenzione sulle parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha annunciato l’impegno a reperire ulteriori risorse per sostenere i lavoratori della scuola, prevedendo anche interventi di welfare contrattuale quali assicurazione sanitaria, supporto per le spese di trasporto, diarie per viaggi di studio e buoni pasto.

Prospettive per la valorizzazione e il sistema di valutazione

Tra le novità previste per il comparto scuola vi sono anche iniziative di formazione triennali con incentivi economici per i docenti che svolgono funzioni aggiuntive, come tutor e collaboratori del dirigente scolastico, con premi legati alla valutazione positiva dei percorsi formativi. Inoltre, è stato introdotto il Sistema nazionale di valutazione dei risultati dei dirigenti scolastici, che lega la retribuzione di risultato agli esiti della valutazione, un provvedimento che mira a valorizzare professionalmente i dirigenti scolastici dopo 25 anni di assenza normativa in materia.

Tuttavia, questa misura ha suscitato divisioni tra le sigle sindacali: Cgil e Uil hanno espresso critiche, ritenendo la procedura troppo burocratica e competitiva, mentre le organizzazioni di categoria dei dirigenti scolastici hanno accolto positivamente il nuovo sistema.

In sintesi, il comparto scuola si appresta a vivere un periodo di importanti cambiamenti contrattuali ed economici, con aumenti salariali che, pur giudicati da alcuni insufficienti rispetto all’inflazione, rappresentano un passo avanti significativo dopo anni di stallo, e con un sistema di valorizzazione e formazione che mira a migliorare la qualità del servizio scolastico su tutto il territorio nazionale.

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