Molti automobilisti pensano che un’area privata, come il parcheggio di un centro commerciale, sia una sorta di “zona franca” dove le regole del Codice della Strada non valgano e dove le forze dell’ordine non possano intervenire con le multe. Ma non è così. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito definitivamente la questione, stabilendo che le norme stradali si applicano anche alle aree private aperte al pubblico transito, indipendentemente dalla natura della proprietà.
Con la sentenza n. 3251 del 2024, gli Ermellini hanno ribadito che la definizione di “strada” non dipende dal fatto che il suolo sia pubblico o privato, ma dalla sua destinazione all’uso pubblico. In altre parole, ciò che conta è se l’area è accessibile a chiunque, non chi ne sia il proprietario.
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Le multe valgono anche nei parcheggi dei centri commerciali
Se un parcheggio o una strada privata è aperta al pubblico, le regole del Codice della Strada restano pienamente in vigore. Le forze dell’ordine possono quindi elevare multe per qualsiasi infrazione, come accadrebbe su una via comunale. È vietato, ad esempio, occupare i posti riservati ai disabili senza autorizzazione, non rispettare la precedenza o lasciare il veicolo fuori dagli spazi segnalati.
Le sanzioni sono le stesse previste per le violazioni commesse su strade pubbliche. Di fatto, un parcheggio privato ma aperto al pubblico è equiparato a una normale area di circolazione, con gli stessi diritti e doveri per chi vi transita.
Le aree condominiali fanno eccezione
Diversa è invece la situazione per le aree private chiuse al traffico esterno, come i cortili o i parcheggi condominiali. In questi casi, non essendo aperte al pubblico, le forze dell’ordine non hanno titolo per elevare contravvenzioni. Tuttavia, i veicoli che vi circolano devono comunque essere coperti da assicurazione, e restano valide le regole civili sulla responsabilità in caso di danni.
La giurisprudenza conferma questo principio: il Tribunale di Modena, con la sentenza n. 374 del 27 febbraio 2018, ha stabilito che la natura privata dell’area non può essere utilizzata per escludere la responsabilità di chi provoca un incidente o un danno. In pratica, anche in uno spazio privato, chi guida deve comportarsi con prudenza e può essere chiamato a risarcire eventuali conseguenze delle proprie azioni.
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