Coinbase multata per oltre 21 milioni di euro: cosa significa per gli utenti

L'icona di Coinbase

L'icona di Coinbase | Photo by Coinbase - Sanzioniamministrative.it

Alanews

Novembre 7, 2025

La Banca Centrale d’Irlanda (CBI) ha imposto a Coinbase Europe Limited una multa da 21,46 milioni di euro per gravi violazioni delle norme antiriciclaggio (AML) e di contrasto al finanziamento del terrorismo (CTF). Si tratta della prima sanzione di questo tipo contro un’azienda di criptovalute in Irlanda, un segnale della crescente attenzione dei regolatori verso il settore degli asset digitali e i suoi principali operatori.

Coinbase e le carenze nel monitoraggio delle transazioni

L’indagine condotta dalla CBI ha rivelato che Coinbase non ha monitorato correttamente oltre 30 milioni di transazioni, per un valore complessivo di 176 miliardi di euro, nel periodo compreso tra aprile 2021 e marzo 2025. Questo difetto ha interessato circa il 31% delle operazioni effettuate durante quei quattro anni. L’exchange ha riconosciuto le proprie mancanze e accettato la multa nell’ambito di un accordo ufficiale.

Secondo l’autorità, il malfunzionamento ha ritardato la rilevazione di attività sospette legate a riciclaggio di denaro, frodi, ransomware, traffico di droga e sfruttamento minorile. Per sanare la situazione, Coinbase ha impiegato quasi tre anni a rivedere tutte le transazioni non monitorate, presentando infine 2.708 rapporti di transazioni sospette (STRs) alle autorità irlandesi.

Una violazione di conformità con conseguenze serie

Il vice governatore della CBI, Colm Kincaid, ha dichiarato che il caso dimostra come i difetti nei sistemi di controllo possano aprire spazi ai criminali per operare inosservati. Ha inoltre sottolineato che la natura globale e anonima delle criptovalute richiede una vigilanza più stringente, non una riduzione dei controlli.

La banca centrale ha specificato che il problema di Coinbase è derivato da errori di configurazione dei sistemi interni, non da un tentativo deliberato di eludere la legge. Tuttavia, secondo la normativa AML, anche le carenze operative sono considerate infrazioni gravi. La sanzione iniziale era di 30,66 milioni di euro, poi ridotta del 30% in base alla procedura irlandese di “accordo su fatti incontestati”. L’ammenda dovrà ora ricevere la conferma dall’Alta Corte d’Irlanda prima di diventare definitiva.

Nessun rischio diretto per i clienti di Coinbase

Per gli utenti di Coinbase, la multa non ha effetti sui fondi, sui wallet o sull’operatività di trading. La vicenda riguarda esclusivamente i sistemi di controllo interni dell’azienda, e non compromette la sicurezza degli asset o l’affidabilità delle transazioni. Tuttavia, il caso mette in evidenza criticità nella conformità regolamentare di Coinbase, proprio mentre la società punta a rafforzare la propria reputazione istituzionale.

L’exchange ha infatti avviato la procedura per ottenere una US National Trust Charter, che le consentirebbe di ampliare i servizi di custodia e quelli rivolti ai clienti istituzionali. È probabile che, alla luce di questa indagine, i regolatori in altre giurisdizioni approfondiscano eventuali vulnerabilità simili.

Regole sempre più stringenti per il settore crypto

La sanzione arriva in un periodo cruciale per Coinbase, impegnata in un’espansione globale e in un dialogo continuo con le autorità di vigilanza. Alla fine di ottobre, la società ha acquisito la piattaforma Echo per 375 milioni di dollari, con l’obiettivo di entrare nel mercato della tokenizzazione degli asset. Parallelamente, continua a fare pressioni politiche negli Stati Uniti riguardo alla regolamentazione delle stablecoin nell’ambito del recente GENIUS Act.

Il caso irlandese dimostra però che la tolleranza verso le lacune di conformità si sta riducendo drasticamente. In Europa, i regolatori stanno applicando agli operatori crypto standard antiriciclaggio paragonabili a quelli bancari, in linea con le nuove regole del regolamento MiCA (Markets in Crypto-Assets) entrate in vigore nel 2025.

La multa inflitta a Coinbase rappresenta dunque un punto di svolta per l’industria delle criptovalute, chiamata ora a dimostrare di poter rispettare gli stessi obblighi di trasparenza e controllo che gravano sul sistema finanziario tradizionale.

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