Riscossione IMU, TARI e multe: con la nuova legge il Comune può affidarti all’AMCO d’ufficio

Riscossione IMU, TARI e multe con la nuova legge il Comune può affidarti all’AMCO d’ufficio (2)

Luca Antonelli

Novembre 7, 2025

In municipio la busta con gli avvisi di pagamento non è più solo un pezzo di carta: è il segnale di un cambiamento che si sta allargando a molte città italiane. Negli uffici dei tributi e nelle stanze degli assessori si ragiona su come gestire crediti non riscossi, mentre nelle case dei contribuenti cresce l’attesa sul nome del nuovo soggetto che potrebbe bussare alla porta per recuperare tasse arretrate. La Legge di Bilancio ridefinisce ruoli e vincoli: una società pubblica assumerà un peso centrale nella riscossione delle entrate locali, e questo sposta il baricentro della gestione finanziaria dai Comuni allo Stato. Un dettaglio che molti sottovalutano: non si tratta solo di cambiare intestatario delle cartelle, ma di introdurre criteri di performance che possono determinare obblighi e sanzioni per gli enti locali.

Cos’è AMCO e quando scatta l’obbligo

AMCO (Asset Management Company S.p.A.), controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, viene indicata come il nuovo attore nella gestione del recupero crediti per tributi locali. Finora impiegata nel settore bancario e nella gestione di crediti deteriorati pubblici, AMCO è chiamata a occuparsi anche di IMU, TARI e multe. La riforma non sostituisce automaticamente l’operato dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, ma prevede interventi differenziati: in alcuni casi l’adesione sarà facoltativa, in altri diventerà obbligatoria per i Comuni che non raggiungono standard minimi di incasso.

Riscossione IMU, TARI e multe con la nuova legge il Comune può affidarti all’AMCO d’ufficio (1)
Dal lato delle amministrazioni locali, la misura rappresenta una perdita di autonomia per i Comuni con performance negative. – sanzioniamministrative.it

Secondo le regole delineate nella bozza della manovra, la soglia di “scarsa” capacità di riscossione è indicata con valori di riferimento: 15% per tributi come IMU e TARI e 25% per multe, canoni e altre tariffe. Queste percentuali saranno poi confermate da un decreto del MEF. Quando i parametri di performance non vengono rispettati e i contratti con gli attuali agenti di riscossione scadono, il trasferimento delle attività ad AMCO diventa obbligatorio. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: la misura premia efficienza e penalizza la mancata organizzazione interna degli uffici tributi.

Le conseguenze sono concrete: il mancato adeguamento può portare a sanzioni amministrative e alla sospensione dei trasferimenti statali, con eccezioni per i finanziamenti legati al PNRR e al PNC. Per i Comuni virtuosi resta invece aperta la possibilità di mantenere autonomia nella scelta del partner per la riscossione. In diverse città italiane gli uffici stanno quindi valutando scenari operativi alternativi e revisione dei processi interni per evitare il passaggio obbligato.

Cosa cambia per comuni e contribuenti

Per i contribuenti il cambiamento più evidente sarà il nome sull’avviso di pagamento e le procedure con cui vengono gestite le rateizzazioni e i recuperi coattivi. AMCO porta con sé know‑how nel settore dei crediti deteriorati, quindi è probabile l’introduzione di pratiche di controllo più sistematiche e interventi mirati per ridurre l’evasione. Questo non significa necessariamente una pressione fiscale più aggressiva, ma lo stile operativo potrebbe risultare più strutturato rispetto a quello adottato in passato dagli agenti locali.

Dal lato delle amministrazioni locali, la misura rappresenta una perdita di autonomia per i Comuni con performance negative: dovranno cedere competenze operative e dati a un soggetto nazionale. Al contrario, gli enti che mantengono livelli adeguati di riscossione potranno decidere se continuare con l’attuale assetto. In questi mesi gli uffici tecnici e i consulenti stanno lavorando per capire l’impatto sui flussi di cassa e sulla programmazione dei servizi comunali. Un fenomeno che in molti notano solo nella pratica quotidiana: cambiano le scadenze, cambiano i rapporti contrattuali con gli agenti di riscossione.

In termini pratici, è verosimile un aumento dei solleciti e una gestione più serrata delle posizioni debitorie, grazie a sistemi di recupero centralizzati e a pratiche operative già testate in altri ambiti. Rimane comunque un margine di discrezionalità normativa: i valori soglia e le modalità operative saranno definite a livello centrale, mentre l’attuazione avverrà sul territorio. Per il cittadino resta quindi importante conoscere a chi rivolgersi per informazioni e piani di rientro: la nuova fase della riscossione comporterà cambiamenti nella governance, ma anche nuove regole di trasparenza e monitoraggio che molte amministrazioni locali stanno già predisponendo.

×