Arriva il nuovo bonus affitti: chi potrà richiederlo e cosa cambia nei requisiti

Arriva il nuovo bonus affitti chi potrà richiederlo e cosa cambia nei requisiti (1)

Luca Antonelli

Novembre 8, 2025

È una scena che si ripete nelle città italiane: sveglia, caffè, controllo del conto e il conto che non torna quando si sommano bollette, spese e il canone di casa. Per molte persone la ricerca di un alloggio accessibile è diventata una parte centrale della routine, non più un passaggio occasionale. Lo Stato è intervenuto con una misura pensata per alleggerire questo carico: parliamo del bonus affitti, un contributo che quest’anno può arrivare fino a 5.000 euro per chi risponde a specifici requisiti. È un aiuto mirato soprattutto a chi si trasferisce per lavoro e deve sostenere i primi mesi di spese abitative, ma la platea dei beneficiari è stata ampliata rispetto al passato. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la misura non sostituisce gli aiuti locali, che in varie città italiane continuano a coesistere con incentivi nazionali.

Chi può ottenere il bonus

La misura è rivolta principalmente ai lavoratori neoassunti che intrecciano la scelta di vita con un contratto stabile. Possono beneficiare del contributo i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025, a condizione che nell’anno precedente abbiano registrato un reddito non superiore a 35.000 euro. Altro requisito fondamentale è il trasferimento della residenza: per ottenere il bonus la nuova dimora deve distare oltre 100 chilometri dal luogo d’origine o trovarsi in una provincia diversa, misure pensate per favorire la mobilità tra territori. L’esenzione fiscale si applica per due anni a partire dalla data di assunzione, un periodo in cui il sostegno fiscale alleggerisce la pressione sulle prime mensilità.

Arriva il nuovo bonus affitti chi potrà richiederlo e cosa cambia nei requisiti (1)
l momento la misura è temporanea: senza specifici stanziamenti nella manovra successiva. – sanzioniamministrative.it

La platea più ampia emerge perché la norma estende agevolazioni che prima erano più limitate: non è più necessaria la presenza di figli a carico per accedere alle soglie elevate, e la soglia economica è stata pensata per includere giovani professionisti e tecnici. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno riguarda la tensione sul mercato degli affitti nelle grandi città, dove la domanda per soluzioni temporanee rimane alta e può incidere sul reale valore del contributo offerto. I sindacati e i tecnici del settore spiegano che, allo stesso tempo, il bonus non interviene sulle dinamiche contrattuali tra locatori e inquilini, per cui resta importante verificare accordi e ricevute prima di fare affidamento sul rimborso.

Come funziona e cosa cambia nella pratica

Il meccanismo operativo è semplice e diretto: i datori di lavoro possono erogare ai dipendenti rimborsi fino a 5.000 euro per spese di affitto o di sistemazione della nuova abitazione, trattandoli come fringe benefit ma con speciale esenzione fiscale. Questo significa che l’importo non viene conteggiato come reddito imponibile durante il periodo previsto, una differenza che riduce l’onere fiscale sui primi anni di trasferimento. La norma è stata inserita nella Legge di Bilancio e rappresenta un’estensione temporanea rispetto alle soglie ordinarie, che in passato prevedevano limiti più bassi, ad esempio rimborsi fino a 2.000 euro per particolari categorie come le famiglie con figli.

Per accedere al beneficio è necessario documentare il trasferimento e le spese: contratti di locazione, attestazioni di trasferimento di residenza e buste paga che mostrano l’erogazione del rimborso. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è che il contributo copre in parte il costo iniziale ma non è pensato per risolvere problemi strutturali del mercato immobiliare, come la carenza di alloggi a canone calmierato. Le amministrazioni locali in Italia possono integrare o modulare aiuti aggiuntivi, quindi la percezione dell’effetto reale varia per territorio.

Al momento la misura è temporanea: senza specifici stanziamenti nella manovra successiva, la possibilità di concedere l’esenzione ai nuovi assunti non sarà automaticamente estesa al personale assunto nel 2026. Tuttavia, chi sta valutando un trasferimento per lavoro può considerare il bonus come una forma concreta di sostegno alle spese iniziali: nella pratica si traduce spesso nella copertura di alcuni mesi di affitto o nelle spese per il trasloco, un elemento che molti italiani stanno già tenendo in conto quando accettano proposte fuori dalla propria città.

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