Finta multa da PagoPA, quel che bisogna sapere per difendersi dalla truffa

La truffa sfrutta l'autorevolezza del logo di PagoPA

Il logo di PagoPA - Sanzioniamministrative.it

Alanews

Novembre 8, 2025

Negli ultimi mesi si è diffusa una nuova truffa che sfrutta l’apparenza di comunicazioni ufficiali per colpire automobilisti e cittadini. Messaggi costruiti con cura imitano notifiche di sanzioni stradali, creando un senso di urgenza che spinge le vittime a cliccare su link pericolosi. Il risultato può essere devastante: furto di dati personali, accesso ai conti correnti e rivendita di informazioni sul dark web.

Una truffa che sfrutta l’effetto urgenza

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, i cybercriminali puntano non solo a carpire credenziali e numeri di carte, ma anche a reperire dati utili per creare identità false o per attivare conti e strumenti finanziari a nome degli ignari utenti. In alcuni casi vengono persino richiesti bonus o rimborsi sfruttando le informazioni sottratte.

Il meccanismo della truffa è sempre più raffinato: arriva una comunicazione che invita a pagare una presunta sanzione, con importi che possono andare dai 120 ai 300 euro. Il testo appare credibile, cita norme del Codice della Strada e minaccia conseguenze come rincari automatici o perfino la perdita dei punti patente. La costruzione grafica — loghi istituzionali, stile formale, riferimenti a PagoPA o al Ministero dei Trasporti — rende il tutto estremamente plausibile.

Come si sviluppa il raggiro

La mail indica un link per eseguire il pagamento e chi lo segue viene reindirizzato a un sito che imita fedelmente il portale PagoPA. In realtà si tratta di una pagina clone creata per catturare informazioni sensibili: credenziali di accesso, dati anagrafici, numeri di documento e codici bancari.

Anche quando l’importo indicato è specifico — come i 198 euro citati in alcuni casi — si tratta solo di un’esca. Osservando con attenzione l’indirizzo web emergono subito elementi sospetti: il dominio è diverso da quello ufficiale e spesso utilizza estensioni inattese, come “.es”, del tutto estranee ai servizi italiani. Una volta compilati i campi richiesti, i truffatori ottengono ciò che cercano: dati sufficienti per tentare furti d’identità, aprire conti correnti o appropriarsi delle somme presenti sui depositi bancari.

Riconoscere i segnali della truffa

Individuare questi messaggi è possibile, purché si mantenga un minimo di attenzione. Il primo elemento da controllare è l’indirizzo del sito: le amministrazioni pubbliche utilizzano domini certificati, generalmente “.gov.it” o “.it”. Qualsiasi variazione è un campanello d’allarme. Altro aspetto essenziale: le multe non vengono recapitate tramite una semplice email. Le notifiche ufficiali arrivano tramite raccomandata, PEC o il servizio Send.

La minaccia di dover pagare entro pochissime ore è un altro indizio. Le sanzioni reali prevedono tempi precisi e non contemplano aumenti improvvisi o toni intimidatori come quelli usati dalle truffe. Le tempistiche formali sono sempre chiaramente indicate nel verbale cartaceo consegnato o recapitato a domicilio.

Gli strumenti per difendersi dalla truffa

La regola più semplice rimane quella di evitare di cliccare link contenuti in messaggi sospetti e verificare sempre il mittente. In caso di dubbi su un pagamento, è preferibile consultare solo i canali ufficiali indicati negli avvisi autentici o utilizzare applicazioni certificate come “IO”.

Anche l’osservazione attenta dell’URL aiuta a prevenire rischi: se non coincide con quello del portale PagoPA e non presenta certificati di sicurezza validi, è meglio chiudere immediatamente la pagina. Utilizzare sistemi di autenticazione sicuri, come SPID o CIE, riduce ulteriormente la possibilità di cadere in un inganno.

Come verificare se una multa è reale

Quando si sospetta che possa esserci una sanzione effettivamente da pagare, esistono metodi sicuri per verificare la propria posizione. Il sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, accessibile tramite SPID o Carta d’identità elettronica, consente di controllare eventuali pendenze. In alternativa, l’app IO fornisce un canale certificato attraverso il quale gli enti pubblici comunicano multe e scadenze. Per un controllo più ampio, il Portale dell’Automobilista permette di verificare lo stato della patente e rilevare eventuali infrazioni registrate.

Un fenomeno in crescita che richiede attenzione

La cosiddetta “truffa della multa non pagata” continua a diffondersi perché fa leva su paura e disattenzione. La migliore difesa rimane la prudenza: diffidare dei messaggi inattesi, controllare con cura i dettagli e utilizzare solo piattaforme ufficiali. Con qualche accorgimento è possibile evitare di cadere nella rete dei malintenzionati e proteggere i propri dati e il proprio denaro.

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