Autotrasportatori, attenzione: arrivano nuove regole 2025 su franchigia e tempi di carico-scarico

Autotrasportatori, attenzione arrivano nuove regole 2025 su franchigia e tempi di carico-scarico

Luca Antonelli

Novembre 9, 2025

Un bilico in attesa davanti al cancello di un magazzino è l’immagine che sintetizza il nodo pratico dietro la nuova circolare ministeriale: code, fogli di viaggio, autisti che aspettano istruzioni. È questa la quotidianità che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti prova a regolare con la circolare n. 13485 del 4 novembre 2025, offrendo un orientamento operativo sulle novità introdotte dall’articolo 6‑bis del decreto legislativo 286/2005, come modificato dall’articolo 4 del decreto‑legge 73/2025. Lo scopo dichiarato è semplice: ridurre le differenze di prassi lungo la filiera logistica e prevenire contenziosi che rallentano il servizio. Chi lavora nel settore lo sa: ritardi anche di breve durata si traducono in costi concreti e in perdita di efficienza.

Il chiarimento del ministero e i principi operativi

La circolare ha natura chiarificatoria e non introduce nuove norme, ma delinea un orientamento applicativo pensato per garantire continuità del servizio e certezza nelle relazioni tra committenti, caricatori e vettori. Al centro c’è la gestione dei tempi di attesa: è stata fissata una franchigia tassativa per l’attesa antecedente l’avvio delle operazioni e sono previsti importi uniformi a titolo di indennizzo per ogni ora o frazione di ritardo rispetto ai tempi contrattuali. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la franchigia non copre i tempi materiali di carico o scarico; per questi non esistono periodi franchi aggiuntivi: ogni superamento dei termini pattuiti produce diritto all’indennizzo.

Il vettore può provare l’orario di arrivo tramite strumenti di tracciamento digitale. – sanzioniamministrative.it

La circolare chiarisce inoltre che l’indennizzo non è dovuto quando il ritardo è imputabile al vettore. Viene ribadito il valore del contratto di trasporto scritto, che deve indicare con precisione luogo, orari e modalità operative. Importante sottolineare un punto di svolta pratico: a differenza del passato, non è richiamata la possibilità di deroga pattizia; i limiti temporali e gli importi hanno carattere uniforme e non sono rinunciabili mediante accordi difformi. È un aspetto che, nella vita quotidiana delle imprese logistiche, può cambiare la negoziazione degli incarichi.

Come organizzare contratti, prove e responsabilità per evitare contenziosi

Per tradurre il chiarimento in prassi operativa, le parti devono definire in via preventiva e documentata il luogo esatto delle operazioni, le modalità di accesso dei veicoli, gli orari di svolgimento e i tempi tecnici di esecuzione. È fortemente raccomandata la standardizzazione delle procedure di timbratura e della rilevazione digitale degli eventi (arrivo, inizio e fine attività), così da disporre di evidenze oggettive in caso di ritardi o interruzioni. Un fenomeno che in molti notano solo nella pratica è la difficoltà di riconciliare i dati dei sistemi di tracciamento con le annotazioni cartacee dei magazzini: per questo la circolare valorizza strumenti elettronici affidabili.

Il vettore può provare l’orario di arrivo tramite strumenti di tracciamento digitale; è quindi essenziale individuare con precisione i punti di carico/scarico e le relative modalità di accesso. La norma conferma l’obbligo in solido del committente e del caricatore al pagamento dell’indennizzo, salvo il diritto di rivalsa verso l’effettivo responsabile. Va inoltre specificato nel contratto chi sono gli effettivi responsabili delle operazioni e cosa si intende per cause di forza maggiore, tenendo conto anche dei profili di sicurezza della circolazione e della sicurezza sociale richiamati dalla normativa.

In pratica, le imprese che standardizzano procedure, dotano i veicoli di sistemi di tracciamento interoperabili e precisano ruoli e responsabilità nei contratti riducono le dispute e accelerano i rimborsi. Un aspetto che sfugge a chi vive in città: pochi minuti di attesa in aree urbane si traducono spesso in significative perdite economiche. La conseguenza concreta è che operatori più organizzati riusciranno a mantenere costi sotto controllo, mentre chi non adeguerà processi si troverà a sostenere nuovi oneri amministrativi e finanziari.

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