Bollo auto, dal 2026 cambia tutto: ecco quando potrai davvero non pagarlo

Pagamenti digitali: come saldare multe e bollo auto a rate sull’app IO con PayPal e Klarna

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Alanews

Novembre 27, 2025

Nuove esenzioni, scadenze personalizzate e un archivio nazionale che rivoluziona i controlli: la tassa automobilistica entra in una nuova era

La riforma della tassa automobilistica entra in vigore dal 1° gennaio 2026 e ridisegna il sistema con una serie di novità pensate per semplificare, aumentare i controlli e alleggerire i costi per una parte degli automobilisti. Il nodo centrale riguarda le nuove esenzioni, ma anche le modalità di pagamento e la gestione regionale, che verranno rese più chiare e standardizzate.

Uno dei cambiamenti più significativi è quello che riguarda le auto con più di vent’anni. Per la prima volta, come riferisce anche alanews.it nel suo approfondimento, la data di prima immatricolazione diventa l’unico criterio valido per ottenere l’esenzione automatica. Non servirà più il certificato di rilevanza storica, né alcun riconoscimento formale: tutte le vetture over 20, purché utilizzate esclusivamente per fini privati, non pagheranno il bollo. Una decisione che interessa una larga fetta di automobilisti, dai proprietari di youngtimer anni ’90 ai modelli iconici dei primi Duemila, storicamente penalizzati da costi spesso superiori al loro valore di mercato.

Nuove regole sui pagamenti: addio rate, scadenze personalizzate

La riforma interviene anche sulle modalità di pagamento. Per tutte le auto immatricolate dal 2026, il bollo dovrà essere saldato in un’unica soluzione annuale. La scadenza sarà legata al mese di immatricolazione: il primo pagamento dovrà essere effettuato entro l’ultimo giorno del mese successivo, mentre i rinnovi avverranno ogni anno nella stessa finestra.

Scompaiono quindi le rate semestrali e trimestrali, che per anni hanno permesso a molti automobilisti di frazionare la spesa. Il governo punta così a un sistema più lineare e meno soggetto a errori o dimenticanze.

Tariffe regionali, controlli e ANTA: cosa cambia nella gestione

Il metodo di calcolo del bollo non cambia: rimangono i parametri tradizionali basati su potenza in kW e classe ambientale. Le Regioni continueranno a stabilire tariffe, riduzioni ed esenzioni, soprattutto per veicoli elettrici e ibridi, con differenze significative da un territorio all’altro.

La grande novità è la nascita dell’ANTA – Archivio Nazionale delle Tasse Automobilistiche, un nuovo sistema centralizzato che servirà a uniformare i controlli, incrociare i dati e ridurre le irregolarità. Sarà valido anche per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo, che resteranno soggetti al pagamento del bollo.

Per le auto elettriche e ibride la situazione rimane invariata: le agevolazioni continueranno a dipendere dalle singole Regioni, con alcune che offrono anni di esenzione totale e altre che si limitano a sconti parziali. Il superbollo per le auto oltre i 185 kW, invece, resta confermato senza modifiche.

Cosa non cambia e chi è davvero avvantaggiato

Per tutte le vetture immatricolate prima del 2026, la riforma non altera nulla: rimane in vigore il sistema attuale, con scadenze tradizionali e regole già note.

Il vantaggio più concreto riguarda i proprietari di auto con più di vent’anni, che potranno finalmente contare su un’esenzione automatica e senza burocrazia. Per tutti gli altri, la riforma promette più chiarezza e controlli più efficaci, ma introduce anche regole più rigide sul pagamento, che richiederanno maggiore attenzione alle scadenze.

Resta da capire come reagiranno le Regioni, la cui gestione autonoma del bollo potrebbe influenzare in modo decisivo l’efficacia della riforma. Solo nei prossimi mesi si potrà vedere se il sistema diventerà davvero più semplice o se serviranno ulteriori interventi per renderlo più uniforme e accessibile.

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