Assegno Unico 2026, è svolta: in arrivo ritocchi e novità che cambiano l’importo per tutte le famiglie italiane

Assegno Unico 2026, è svolta in arrivo ritocchi e novità che cambiano l’importo per tutte le famiglie italiane (2)

Luca Antonelli

Ottobre 8, 2025

Dal 1° gennaio 2026 l’Assegno unico universale verrà aggiornato con nuovi importi e soglie ISEE, per adeguarsi all’inflazione e riconoscere maggiori tutele.

Il governo ha annunciato che l’Assegno unico per i figli a carico subirà un adeguamento nel 2026, con nuove soglie ISEE e modifiche agli importi base e alle maggiorazioni. Le stime indicano un rialzo tra l’1,6 % e l’1,7 %, da applicare agli importi attualmente in vigore. Le modifiche entreranno in vigore dal 1° gennaio, ma gli effetti reali sui pagamenti partiranno da febbraio, con arretrati per gennaio erogati a marzo. Le famiglie non dovranno presentare una nuova domanda, ma chi non aggiorna la DSU / ISEE rischia di percepire l’importo minimo, almeno fino al perfezionamento della dichiarazione.

Adeguamento 2026: nuovi valori e modalità di applicazione

L’adeguamento dell’Assegno unico per il 2026 si basa su un meccanismo automatico che lega l’incremento all’inflazione prevista per il 2025. Le stime del Documento programmatico di finanza pubblica indicano un tasso di circa 1,6 %, cifra che sarà usata per rivalutare sia gli importi base sia le soglie ISEE. Alcuni osservatori suggeriscono una stima leggermente superiore all’1,7 %. Per i nuclei familiari con ISEE fino a circa 17.520,19 euro, l’importo base mensile per figlio salirà a 204,4 euro, contro i 201 euro del 2025. Per le classi intermedie l’assegno passerà a 182,8 euro per nuclei con ISEE intorno a 21.800 euro, e 160,6 euro per ISEE attorno a 26.200 euro. Nella fascia alta (oltre 46.720,53 euro di ISEE) l’importo minimo mensile passerà da 57,5 euro a 58,5 euro.

Assegno Unico 2026, è svolta in arrivo ritocchi e novità che cambiano l’importo per tutte le famiglie italiane (1)
Le famiglie riceveranno importi leggermente maggiori. – www.sanzioniamministrative.it

Anche le maggiorazioni subiranno adeguamenti. Per un figlio under 21 non autosufficiente, la somma aggiuntiva salirà a 122,7 euro mensili; per disabilità grave si arriverà a 111,0 euro, per disabilità media 99,4 euro. La maggiorazione per madri con meno di 21 anni sarà 23,4 euro. Per i figli dal terzo in poi, l’importo massimo salirà a 99,4 euro nelle fasce più basse di ISEE; il bonus per il secondo percettore (entrambi i genitori lavoratori) diventerà 34,95 euro nella fascia più bassa.

Le nuove soglie ISEE subiranno anch’esse aggiornamenti: la soglia per ottenere l’importo massimo salirà da 17.227,33 euro a circa 17.503,97 euro; il limite oltre il quale spetta solo un assegno base salirà da 45.595,02 euro a 46.322,54 euro.

Gli importi rivalutati entreranno in vigore ufficialmente a partire dai pagamenti di febbraio 2026. I benefici legati al mese di gennaio verranno corrisposti in arretrato a partire da marzo 2026.

Non servirà inviare una nuova domanda per l’Assegno unico se la richiesta precedente resta valida (non revocata, decaduta o respinta). Ma è fondamentale aggiornare la DSU / ISEE 2026: senza un nuovo valore ISEE, l’INPS erogherà l’importo minimo finché non verrà acquisito il dato. Chi presenta la DSU entro il 30 giugno 2026 riceverà gli arretrati a partire da marzo.

Impatti concreti, criticità e aspetti da tenere d’occhio

L’adeguamento dell’Assegno unico 2026 ha un impatto concreto, benché contenuto, sul bilancio delle famiglie con figli. Le rivalutazioni consentono di contrastare l’erosione del potere d’acquisto dovuta all’inflazione. Molte famiglie che percepivano già l’importo massimo conserveranno quel livello, ma potranno vedersi riconosciuti aumenti proporzionati.

I nuclei con redditi intermedi o in scaglioni limiti ISEE potranno “saltare” in una fascia superiore, ricevendo un’assegno maggiore. Questa mobilità interna alle fasce crea una dinamica interessante: anche piccoli incrementi possono tradursi in differenze sostanziali se la famiglia cambia fascia ISEE.

C’è però un elemento di criticità: chi omette di aggiornare la DSU / ISEE rischia di perdere parte dell’incremento previsto. Finché il dato ISEE non è acquisito, l’INPS applica l’importo minimo, anche a chi meriterebbe di più. Se la presentazione avviene oltre il 30 giugno, potrebbe non scattare il ricalcolo retroattivo per i mesi precedenti.

In fase operativa, le famiglie dovranno prestare attenzione a trasmettere la DSU in tempo utile. La tempistica è cruciale: la domanda va aggiornata fra il 1° gennaio e il 30 giugno. Chi fa in ritardo può restare escluso dai benefici retroattivi. Molti utenti, specie chi non è pratico con le procedure INPS, potrebbero non rendersi conto di questa condizione.

Altro nodo sta nei dati ISEE: errori, omissioni o dichiarazioni non aggiornate possono penalizzare l’ammontare dell’assegno. Gli uffici potranno respingere la DSU o richiedere integrazioni. Il contributo rimane modulato su variabili familiari: numero di figli, disabilità, età, numero dei percettori e redditi complessivi.

Nel contesto complessivo delle politiche sociali, l’adeguamento 2026 rappresenta un’azione tecnica, più che una svolta radicale. Le famiglie riceveranno importi leggermente maggiori, con un sistema stabile e prevedibile. Le sfide saranno nella gestione delle scadenze, nelle procedure burocratiche e nella correttezza delle dichiarazioni: chi cura queste variabili, ottiene il pieno vantaggio previsto.